Lezioni di educazione civica impartite dai ragazzi delle scuole, protagonisti di alcune iniziative destinate a far riflettere i cittadini sul rispetto degli altri e dell'ambiente. Succede a Bologna grazie al progetto La città civile, promosso dal Centro Antartide con il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e la collaborazione del Comune di Bologna, l'azienda Usl, altri enti e varie realtà del territorio.
L'iniziativa coinvolge i giovani maestri di etica pubblica in una serie di attività didattiche, incontri pubblici, campagne di comunicazione e altri eventi, con l'obiettivo di richiamare l'attenzione di tutti i cittadini sull'importanza di uno stile di vita basato sulla cortesia, sull'educazione e sul rispetto delle cose che ci circondano.
Le attività didattiche previste dal progetto sono partite nei primi mesi dell'anno, mentre gli incontri pubblici hanno preso il via il 31 marzo e proseguiranno fino alla fine della primavera. Ventuno gli istituti che partecipano al progetto, fra cui scuole primarie e secondarie superiori.
Ogni scuola si è concentrata su una determinata iniziativa. Così gli alunni di alcune elementari, in occasione della Primavera del rispetto – il primo incontro pubblico che si è svolto il 31 marzo – si sono trasformati in “giardinieri di civiltà”, distribuendo ventimila gladioli in Piazza Maggiore, in cinquanta scuole e in altri luoghi pubblici con l'obiettivo di “coltivare” la città civile. Nel linguaggio dei fiori, infatti, il gladiolo è il simbolo del rispetto. Da qui l'idea di donare i bulbi nelle scuole e in altri luoghi pubblici, dopo averli confezionati riutilizzando i pacchettini con cui giunge il pane nelle mense scolastiche, una scelta simbolica per dire che i rifiuti sono una risorsa da riciclare.
Sempre gli alunni delle scuole elementari sono stati protagonisti di un'altra iniziativa, che si è svolta a fine aprile. I ragazzi hanno seguito per una giornata una persona disabile costretta su una carrozzina, sperimentando le difficoltà incontrate durante il percorso. In una piazza hanno poi costruito un muro con alcune scatole. Subito dopo lo hanno abbattuto, un gesto simbolico per far capire l'importanza del rispetto verso i disabili. Altri studenti saranno impegnati a restituire decoro e bellezza a spazi pubblici degradati, a organizzare mostre o condurre indagini per misurare le buone e le cattive maniere dei bolognesi.
Alla base del progetto c'è l'idea che il rapporto con gli altri e con l'ambiente non lascia indifferenti, ma, al contrario, incide sulla qualità della vita. Non a caso simbolo dell'iniziativa, che coinvolge anche l'Istituto penale per i minorenni Pietro Siciliani, è un immaginario cartello stradale ideato dal poeta Roberto Roversi dove si legge “Bologna città civile”. (bg)
