Le Regioni e l'infanzia: rapporto Pidida 2008

30/09/2008

Cosa stanno facendo le Regioni italiane per l'infanzia? Il coordinamento Pidida (Per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza), composto da una cinquantina di associazioni e Ong, per il quarto anno consecutivo ha pubblicato un rapporto che fotografa il lavoro portato avanti delle Amministrazioni regionali.

Il documento del 2008 si chiama “Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: l’analisi delle politiche regionali. La parola alle Regioni”.E' un viaggio nelle Amministrazioni locali che, con la modifica nel 2001, del Titolo V della Costituzione, hanno assunto un ruolo di primo piano sia nella programmazione che nell’attuazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti che si trovano sul loro territorio.

Dalle informazioni fornite dalle Regioni e Province autonome che hanno partecipato all’edizione 2007/2008 attraverso la compilazione di un questionario composto da una decina di schede, vengono messi in luce non solo le buone prassi attuate regionalmente, ma anche le lacune e gli eventuali squilibri o discriminazioni esistenti sul territorio, a volte aggravati, se non causati, dalla legislazione e dalle politiche regionali.

Il Rapporto evidenzia un’attenzione ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza molto variegata: dalla presenza o meno del richiamo alla Convenzione sui diritti dell’infanzia nello Statuto regionale, all’istituzione di un Osservatorio regionale sulle politiche per l’infanzia e l’adolescenza; dall'istituzione di un Garante regionale alla programmazione di attività di cooperazione decentrata allo sviluppo dedicata all’infanzia; dai programmi specifici destinati a categorie particolarmente vulnerabili di minori alle Banche Dati sull’infanzia e di Anagrafi regionali dei minori che si trovano fuori della famiglia di origine.

Una delle tematiche sulle quali da anni si discute è la nomina del Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Secondo il Rapporto Pidida 11 Regioni hanno dichiarato di aver approvato una legge regionale istitutiva di questa importante figura. In Veneto e nelle Marche il Garante è operativo da diversi anni. La Regione Lazio lo ha nominato nel giugno 2007, il Molise nel novembre 2007 e la Regione Campania nel mese di maggio 2008. Esiste anche un Garante provinciale per l'infanzia nominato a Foggia nel febbraio 2008 mentre in Abruzzo e Basilicata il compito di vigilare sul rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è affidato al Comitato Regionale per l’UNICEF. Otto Regioni hanno dichiarato di aver elaborato o di avere intenzione di elaborare un disegno di legge in materia.

Secondo il documento 12 Regioni hanno dichiarato di citare nel proprio Statuto la tutela e la promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza;18 Regioni hanno dichiarato di aver approvato una legge regionale istitutiva di un Osservatorio regionale sulle politiche per l’infanzia e l’adolescenza o di una struttura analoga, ex L.451/1997; 13 Regioni hanno dichiarato di svolgere attività di cooperazione decentrata allo sviluppo e 16 Regioni di dedicare parte del bilancio ai bisogni dell’infanzia e dell’adolescenza.

Tra le Regioni che hanno dichiarato di svolgere attività di cooperazione decentrata, 9 hanno affermato di aver investito parte delle risorse in progetti destinati alla tutela della maternità, dell’infanzia e all’adolescenza. Le Regioni che si occupano da più tempo di cooperazione allo sviluppo sono il Veneto (‘88), le Marche, il Piemonte, la Val d’Aosta, la Provincia Autonoma di Trento (‘90), la Provincia Autonoma di Bolzano (’91), la Toscana (’92).

Abruzzo e Veneto hanno comunicato di aver intrapreso iniziative per responsabilizzare le aziende con sede legale o che operano sul proprio territorio in relazione allo sfruttamento del lavoro minorile. L’Abruzzo con la L.R. 12/2000 ha istituito un marchio etico dei prodotti realizzati e commercializzati senza il ricorso al lavoro minorile ed al lavoro nero mentre il Veneto ha dichiarato di sostenere dal 2003 numerose iniziative di associazioni imprenditoriali, di categoria e di Ong in materia di responsabilità sociale delle imprese. L’Emilia Romagna poi ha promosso seminari con il coinvolgimento di ragazzi lavoratori per la sensibilizzazione sul tema del lavoro minorile nelle scuole secondarie di I e II grado.

C'è da segnalare che da quando è uscito il Rapporto (luglio 2008) ci sono stati alcuni cambiamenti in Friuli Venezia Giulia e nelle Marche. La Regione Friuli Venezia Giulia è stata la prima a nominare la figura del garante con la LR 49/1993. Qualche settimana fa - con LR 14 agosto 2008, n. 9, Assestamento del bilancio 2008 e del bilancio pluriennale per gli anni 2008-2010 ai sensi dell'articolo 34 della legge regionale 8 agosto 2007, n. 21 (BUR Friuli Venezia Giulia n. 18 del 22/08/2008) - è stato abrogato l’Ufficio del Pubblico Tutore dei minori, con conseguente cessazione delle funzioni del suo rappresentante istituzionale, le cui funzioni sono esercitate in via transitoria dal Presidente del Consiglio regionale a decorrere dall'entrata in vigore della legge.

La Regione Marche con LR n. 23 del 28 luglio 2008, Autorità di garanzia per il rispetto dei diritti di adulti e bambini (BUR Marche n. 75 del 07/08/2008) ha invece sostituito il Garante per l'infanzia e l'adolescenza con l'Ombudsman regionale che accorpa le funzioni di difensore civico, garante dei minori e garante dei detenuti.