Le proposte dei ragazzi per promuovere la loro partecipazione

Il 26 novembre scorso una delegazione di bambini e ragazzi coinvolti nel progetto Partecipare, infinito presente ha presentato a Vincenzo Spadafora, allora Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, e ad altri rappresentanti istituzionali, la pubblicazione Proposte dei bambini e dei ragazzi per promuovere la loro partecipazione, realizzata dal Pidida (Coordinamento per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza), nell'ambito del progetto, con il sostegno del Garante.
L'incontro è stato l'ultimo appuntamento dell'annualità 2014-2015 di Partecipare, infinito presente, iniziativa promossa dal Pidida che ha l'obiettivo di «contattare e coinvolgere ragazze e ragazzi, portando la loro voce presso l'Istituzione, lavorando nel senso della rappresentanza, approfondendo modalità e linguaggi che consentano di fare sintesi in termini significativi per Amministratori e Politici, nell'ottica del rispetto della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ed in particolare degli art. 12 e 13, legati all'espressione dei ragazzi e alla loro consultazione su tutte le questioni che li riguardano».
La pubblicazione sintetizza le istanze, le idee, i suggerimenti e le proposte dei giovani che hanno preso parte a Partecipare, infinito presente. Un documento importante, frutto di un grande lavoro collettivo, di cui abbiamo parlato con Juri Pertichini, rappresentante di Arciragazzi nel Pidida, coordinatore del Pidida Liguria e coordinatore operativo delle attività del progetto svolte nel 2015, che hanno portato alla realizzazione del documento.

 

La partecipazione di bambini e ragazzi è un diritto fondamentale, sancito dalla Convenzione Onu del 1989, che non sempre, però, trova concreta ed effettiva attuazione nel nostro Paese. Qual è il punto di vista delle nuove generazioni che emerge dal documento? Bambini e adolescenti si sentono partecipi alla vita sociale e coinvolti nelle decisioni che li riguardano?

 

In generale si sentono poco partecipi e poco ascoltati. Nello specifico di questo progetto abbiamo lavorato con ragazzi abituati a discutere con gli adulti. Il punto di vista dei bambini e dei ragazzi che emerge dal lavoro che abbiamo fatto è molto operativo: vogliono pochi discorsi da parte degli adulti e vogliono avere delle risposte concrete, sapere se alcune cose che loro propongono si possono fare e in quali tempi.

 

Quali sono le criticità e i punti di forza in tema di partecipazione evidenziati dai ragazzi?

 

La criticità principale è la mancanza di fiducia da parte degli adulti, che viene percepita dai ragazzi rispetto alla loro competenza. Già nel 2013, in un incontro con il Garante nazionale per l'infanzia che organizzammo a Milano come Pidida, era emerso lo slogan “Io mi fido di te se tu ti fidi di me”. I ragazzi in sostanza dicono: “noi possiamo entrare in relazione con voi adulti ma voi dovete darci fiducia”. Emerge la difficoltà degli adulti di considerare i ragazzi competenti. La seconda criticità discende dalla prima: mancano le procedure, le prassi, le abitudini e la formazione da parte degli adulti ad ascoltare, specialmente di quelli che sono un po' più distanti, come gli amministratori, le aree tecniche, a volte anche gli educatori. I punti di forza: i ragazzi sono pratici, concreti, sono dei vulcani. Spesso la concretezza delle loro domande pone a noi adulti la necessità di far interagire tra loro aree diverse (ad esempio politiche, tecniche, amministrative, decisionali, ecc.). Dobbiamo riuscire a mettere in filiera queste aree, in modo da poter dare una risposta concreta.

 

Il documento raccoglie anche gli esiti di una consultazione online: quali sono i risultati?

 

Il documento è emerso da due filiere diverse: una è la sintesi dei quindici anni di lavoro del Pidida nazionale, in cui abbiamo raccolto tutti i documenti elaborati in questi anni dai ragazzi; sulla base di questi documenti c'è stata una sintesi che ha messo in evidenza alcune parole d'ordine, sulle quali abbiamo fatto anche una consultazione online. Ciò che è emerso è quello che dicevo prima: la mancanza di concretezza da parte degli adulti nelle risposte, la difficoltà di avere fiducia e il tempo della risposta. Per i ragazzi i tempi della risposta sono determinanti.

 

Quali sono le novità della nuova annualità del progetto “Partecipare, infinito presente”?

 

Ancora non lo sappiamo. Grazie all'Unicef, che coordina il Pidida con il Segretariato nazionale del Coordinamento, come Pidida nazionale abbiamo sottoscritto l'anno scorso con il Garante nazionale per l'infanzia un protocollo biennale (2015-2017). Nell'ambito di questo protocollo abbiamo realizzato la pubblicazione di cui stiamo parlando. Adesso stiamo aspettando l'insediamento del nuovo Garante per capire come implementare di nuovo le azioni. Dal punto di vista del Pidida si sta elaborando un programma biennale che prevederà incontri locali e nazionali di ragazzi e iniziative di partecipazione diretta a livello territoriale e di advocacy a livello nazionale sul tema della partecipazione, per tentare di concretizzare alcune istanze che sono presenti, tenendo conto che alcuni punti difficilmente possono essere toccati a livello nazionale perché spesso riguardano norme regionali, locali. Quindi dobbiamo lavorare con un doppio binario: da una parte con un meccanismo di advocacy, e dall'altra con un'azione concreta di carattere operativo e locale.

 

(Barbara Guastella)

 

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