L'affidamento dei minori al servizio sociale rappresenta uno dei nodi più problematici del rapporto tra servizi sociali e autorità giudiziarie. Si tratta, infatti, di un istituto giuridico che lascia ampi spazi di interpretazione e di applicazione alle istituzioni e agli operatori dei servizi che si occupano della cura e della tutela dei bambini.

Un approfondimento sul tema lo propone la ricerca L'affidamento al servizio sociale. Percezione, diffusione ed interpretazione dell'istituto giuridico dell'affidamento al servizio sociale tra gli operatori delle istituzioni deputate alla protezione, cura e tutela dell'infanzia delle Regioni Emilia Romagna, Lazio e Veneto.

L'indagine - promossa dai Garanti per l'infanzia e l'adolescenza dell'Emilia Romagna, del Lazio, del Veneto e della Toscana e condotta in collaborazione con l'Università di Padova - è stata presentata il 27 maggio scorso, a Roma, durante il convegno organizzato dalla Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza L'affidamento al servizio sociale, a cui hanno partecipato, oltre ai promotori e al responsabile scientifico della ricerca, il Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, alcuni magistrati e altri esperti.

L'incontro ha offerto l'occasione per condividere gli esiti dell'indagine a livello nazionale, stimolare una riflessione, individuare orientamenti e linee operative condivise e proporre una ridefinizione a livello normativo.

La sintesi del rapporto di ricerca è pubblicata all'interno del volume L'affidamento al servizio sociale, che propone anche alcune riflessioni sulla storia, la natura e le caratteristiche di tale istituto.

Questi i temi su cui si è concentrata l'indagine: diffusione dell'istituto; caratteristiche del decreto; finalità e significato; responsabilità dei servizi affidatari: criticità; criticità riferite al decreto definitivo; rapporti tra gli attori; utilità ed efficacia dell'istituto. (bg)

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