"La relazione che cura", convegno nazionale Cncm

Si discute molto di minori fuori famiglia, argomento che non di rado è al centro di rappresentazioni mediatiche non corrette. Un confronto sul tema lo propone il convegno nazionale La relazione che cura. Tessere legami nelle comunità per minorenni, inaugurato ieri, all'Istituto degli Innocenti. Due giornate di studio mirate ad approfondire le relazioni di cura con uno sguardo anche ad altri Paesi europei, che il Cncm (Coordinamento nazionale comunità per minori) ha organizzato in occasione dei suoi 25 anni di attività.

Il convegno si è aperto con l'inaugurazione della mostra fotografica di Giovanni Gastel per l'Associazione Il Piccolo Principe, 26 ritratti dedicati al tema del maltrattamento infantile, ed è proseguito con gli interventi, fra gli altri, di Giovanni Fulvi, presidente del Cncm, Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto degli Innocenti e Grazia Sestini, Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Toscana.

«Il bambino ha diritto all'ascolto, alle relazioni che curano», ha sottolineato Alessandra Maggi, definendo il progetto di accoglienza «un percorso in continua verifica, un lavoro da rimettere sempre in discussione, perché i bisogni dei bambini cambiano».

La sessione mattutina è stata l'occasione per affrontare molte questioni, fra le quali i sistemi di monitoraggio e l'accompagnamento all'autonomia dei neomaggiorenni in uscita dalle comunità. Di quest'ultimo argomento ha parlato, ad esempio, Grazia Sestini: «il problema è il futuro di questi ragazzi. La Regione sperimenterà una soluzione di accompagnamento all'autonomia dei giovani accolti vicini al compimento dei 18 anni».

Nel suo contributo intitolato Il diritto alla cura delle relazioni (articoli 3 e 20 della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo), Vincenzo Spadafora, Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, ha toccato vari temi, evidenziando alcune criticità, come la mancanza di livelli essenziali delle prestazioni riguardanti i diritti civili e sociali dei bambini e degli adolescenti garantiti in tutte le regioni e le condizioni di grave difficoltà in cui si trovano oggi le famiglie. «Fra le segnalazioni che ricevo molte riguardano i minori fuori famiglia, le comunità, il ruolo dei servizi sociali e situazioni non conformi alle leggi e non rispettose dei diritti dei minori», ha detto il Garante.

«La buona accoglienza è fatta del “contenimento”, della cura e della promozione delle capacità», ha spiegato Fulvio Scaparro, fondatore dell'Associazione Genitori ancora, giornalista e scrittore, che si è soffermato, in particolare, su tre parole chiave: la famiglia, la familiarità e le relazioni.  

Durante l'incontro è stata distribuita la pubblicazione Comunità residenziali per minorenni: per la definizione dei criteri e degli standard, documento di proposta elaborato dal Gruppo di lavoro sulle comunità di tipo familiare nato all'interno della Consulta delle associazioni e delle organizzazioni, istituita presso l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.

Il convegno prosegue oggi con un confronto di esperienze europee e una tavola rotonda dedicata al tema Tessere relazioni di cura tra soggetti istituzionali. (bg)

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