Insicure e costrette al risparmio anche sulle cose primarie: sono le “giovani” famiglie italiane secondo un'indagine di Acli e Caritas. I dati, un'anticipazione dal progetto di ricerca Agenda delle famiglie 2009, riguardano le coppie sposate con figli fino a dodici anni di età e restituiscono uno spaccato sociale di risparmi sugli alimentari, sui vestiti e sul tempo libero in un clima di incertezza e disorientamento sociale.
La ricerca, curata dall'istituto Iref attraverso tre indagini quadrimestrali su un campione di 1660 famiglie, indagherà sulla struttura, sulle risorse materiali e sulla vulnerabilità percepita dei nuclei familiari. Accanto al monitoraggio sul benessere delle famiglie, saranno svolte anche tre indagini tematiche: nella prima si affronterà il tema dei fabbisogni di cura delle famiglie con una particolare attenzione alla questione del cosiddetto “welfare fatto in casa”, ossia l’aiuto fornito alle famiglie dalle assistenti; nella seconda si analizzerà il nesso famiglia-welfare, tenendo al centro dell’attenzione le possibili strade per giungere ad un riforma dei servizi e delle politiche sociali e fiscali il cui fulcro sia la famiglia stessa; nella terza, si affronterà il tema della crisi economica che, con tutta probabilità, avrà coinvolto le famiglie italiane nel corso del 2009. Alle famiglie più colpite dalla crisi, verrà chiesto di fare un bilancio di un anno difficile centrando l’attenzione sui temi del lavoro e della capacità di spesa.
Le premesse – cioè i numeri che riguardano il 20,5% dell'universo famiglia in Italia anticipati da Acli - confermano la contrazione dei consumi e il mutamento delle abitudini già certificato da altre ricerche negli ultimi mesi. Entrando nel dettaglio, infatti, il 52,5% delle famiglie ha dichiarato di risparmiare sulla spesa alimentare: per il 46,2% del campione, anche pane, pasta e carne sono alimenti su cui fare economia. Il risparmio è la stella polare della spesa: il 63,4% acquista prodotti a basso costo, il 38% ha rinunciato all'acquisto di beni di consumo sebbene fossero necessari a uno dei familiari, il 22% ha un occhio fisso alla bolletta per i consumi di luce, acqua e gas. Giro di vite sulle spese voluttuarie anche per il 37,5% in meno, che rinuncia a qualche capatina dal parrucchiere o dall'estetista. I tagli alle spese riguardano anche abbigliamento e viaggi: il 57,5% e il 57,4%, rispettivamente, hanno ridotto la spesa in questi due ambiti. Più attenzione agli esborsi anche verso svaghi e tempo libero per il 49% del campione.
Oltre al rischio economico, secondo Acli aumenta anche la percezione del rischio sociale: il 72,6% delle famiglie si sente al sicuro solo in casa propria. Inoltre, si fa largo la consapevolezza che, in caso di bisogno, si può fare affidamento sui principali attori istituzionali e non presenti nella propria comunità: il 35,6% si rivolgerebbe alla parrocchia, il 29,9% ai servizi sociali del comune, il 15,5% alle associazioni di volontariato.
Per intercettare questi bisogni Acli ha aperto i Punti famiglia: sono già 60 in tutta Italia (ma si punta ad arrivare a 200 in due anni), finanziati dai fondi del 5 per mille. Si propongono come spazi di aggregazione con corsi, laboratori, attività ricreative e culturali e offrono un'ampia gamma di servizi: dalla consulenza previdenziale e fiscale, alla tutela giuridica, all'assistenza domiciliare e nei ricongiungimenti con stranieri. L'obiettivo è quello di costruire luoghi accoglienti di socializzazione, per aiutare le famiglie a uscire dalle proprie case e a superare l'incertezza. Un primo monitoraggio in 15 città individua così i bisogni delle famiglie: informazioni, consulenze e servizi per la gestione della vita quotidiana per il 30% degli intervistati; attività con i figli e sostegno alla genitorialità per il 21%; il 13% chiedeva possibilità di incontro, confronto e scambio con le altre famiglie; l'8% partecipazione ad attività ricreative; il 7% aiuto concreto e sostegno psicologico.
Alla presentazione dei Punti famiglia e dei primi dati dell'Agenda della famiglia è intervenuto anche il sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega alla famiglia, Carlo Giovanardi. L'esponente del governo ha annunciato «la concessione della reversibilità minima per le coppie sposate con figli in cui uno dei coniugi muoia prima di aver versato i cinque anni di contributi previsti». Per Giovanardi «è anche un messaggio ai giovani che si sposano e possono avere maggiore sicurezza e tranquillità nel caso in cui, nei primi anni di matrimonio, succeda un evento drammatico». «Il sostegno alla famiglia – conclude il sottosegretario – coinvolge comuni, regioni ed enti territoriali e per le donne bisogna agevolare la conciliazione dei tempi del lavoro con la cura dei figili: la famiglia è il luogo nel quale l'Italia si gioca il suo futuro davanti alle sfide inedite della de-natalità, dell'invecchiamento della popolazione e dell'emigrazione». (mf)