La condizione dell'infanzia nel mondo: i dati Unicef

11/02/2014 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Dall'approvazione della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo ad oggi sono stati realizzati importanti progressi nel campo della salute, dell'istruzione e della protezione dell'infanzia e dell'adolescenza, ma permangono, ancora, disuguaglianze e gravi violazioni dei diritti dei minori. Lo rileva il rapporto dell'Unicef La condizione dell'infanzia nel mondo in numeri: ogni bambino conta, lanciato il 30 gennaio scorso.

Il rapporto, da cui emerge che i bambini e gli adolescenti nel mondo sono 2,2 miliardi e rappresentano il 31 per cento della popolazione mondiale, sottolinea l'importanza delle statistiche relative ai minori: «i dati hanno giocato un ruolo chiave nel raggiungimento dei progressi e sono fondamentali nell'identificare i bambini e gli adolescenti più svantaggiati, aiutando a comprendere quali sono gli ostacoli che questi ultimi si trovano a dover affrontare e a individuare e monitorare le iniziative che rendono possibile per ogni bambino la realizzazione dei propri diritti».

I progressi di cui si parla nel documento riguardano la diminuzione del tasso di mortalità infantile, il miglioramento della nutrizione e l'aumento del numero di bambini iscritti alla scuola primaria.

Secondo l'indagine dell'Unicef, circa 90 milioni di bambini sarebbero morti prima del quinto anno di vita, se il tasso di mortalità infantile fosse rimasto ai livelli del 1990. «In gran parte, questo risultato dipende dai progressi nel campo delle vaccinazioni, della salute, dell'accesso all'acqua e ai servizi igienico sanitari», si spiega nel comunicato stampa diffuso in occasione del lancio del rapporto.

Dal 1990, inoltre, il miglioramento della nutrizione ha ridotto del 37 per cento il ritardo della crescita (malnutrizione cronica) ed è aumentato anche nei Paesi meno sviluppati il numero dei bambini iscritti alla scuola primaria: nel 1990 in questi Paesi solo il 53 per cento dei bambini era ammesso a scuola, mentre dal 2011 il tasso ha raggiunto l'81 per cento.

D'altro canto, come già detto, il rapporto mette in luce anche gravi violazioni dei diritti dei bambini e disuguaglianze, che mostrano come i traguardi raggiunti non siano distribuiti in maniera uniforme.

Leggendo i dati riguardanti le violazioni dei diritti dei minori si apprende, ad esempio, che nel 2012 6,6 milioni di bambini sotto i 5 anni sono morti per cause che si sarebbero potute prevenire, e che il 15 per cento dei bambini svolge un lavoro che lede il diritto all'istruzione, allo svago e alla protezione dallo sfruttamento.

Non meno preoccupanti i dati che rilevano divari e disuguaglianze. Ecco qualche esempio: i bambini più poveri del mondo hanno tre probabilità in meno di quelli più ricchi di essere assistiti, alla nascita, da un operatore qualificato; in Niger il 39 per cento delle famiglie rurali ha accesso all'acqua potabile, rispetto al 100 per cento delle famiglie urbane.

«I dati hanno un'importanza cruciale perché rendono possibili le azioni necessarie per salvare e migliorare la vita di milioni di bambini, soprattutto quelli più poveri. Potremo fare ulteriori progressi soltanto se sapremo quali sono i bambini più trascurati, in quali aree i bambini e le bambine non frequentano la scuola, dove dilagano le malattie o dove mancano strutture igienico-sanitarie di base», ha spiegato Tessa Wardlaw, responsabile del settore dati e analisi dell'Unicef, in occasione del lancio del rapporto. (bg)

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