Quali sono le principali cause del bullismo? Qual è il ruolo della scuola? Quali sono le nuove forme di bullismo? A tracciare una mappa del fenomeno, una realtà in crescita che riguarda bambini e adolescenti, il convegno internazionale Educazione tra pari contro il bullismo: presentazione del progetto europeo Peab: Peer education against bullying, che si è svolto il 12 marzo a Urbino.
In occasione del convegno sono stati presentati i dati raccolti nell'ambito del progetto europeo, un'iniziativa avviata due anni fa che s'inserisce nel programma comunitario Daphne e coinvolge Spagna, Regno Unito e Italia con l'obiettivo di analizzare il fenomeno e individuare strategie per prevenirlo.
Il lavoro di raccolta e analisi dei dati ha impegnato le università di Urbino, Sheffield e Salamanca, oltre a centinaia di insegnanti delle scuole secondarie, psicologi, magistrati, appartenenti ai corpi di polizia, ragazzi e genitori dei tre Paesi.
Quali sono, quindi, i dati emersi dai resoconti dei relatori? Secondo l'analisi di Robert Glendenning, dell'università di Sheffield, fra le principali cause del bullismo spiccano le differenze nell'aspetto fisico, in particolare l'altezza e il peso. Seguono la disabilità, il colore della pelle, la padronanza della lingua, l'origine etnica e le differenze economiche.
Nel suo intervento il professore dell'università di Sheffield si è soffermato anche su una nuova forma di bullismo, presente soprattutto in Spagna e nel Regno Unito: le minacce attraverso gli sms o i filmati. Secondo Glendenning si tratta di un fenomeno preoccupante, favorito dalla diffusione dei cellulari tra i più piccoli: mentre prima le vittime, una volta tornate a casa, potevano cercare di dimenticare le angherie subite negli ambienti scolastici, oggi le minacce veicolate attraverso sms o filmati esercitano una pressione più forte, a cui è difficile sfuggire.
Nel corso del convegno - organizzato dalla Facoltà di scienze della formazione dell'università di Urbino, dal Centro ricerca e formazione in psicologia giuridica e da Cooss Marche cooperativa sociale - sono emersi anche alcuni dati che riguardano il rapporto fra bullismo e immigrazione.
Dal quadro offerto da Massimo Baldacci, preside della Facoltà di scienze della formazione dell'università di Urbino e Ferran Calvo, dell'associazione spagnola Baobab – intervenuti sul tema – risulta che le probabilità di dover subire episodi di bullismo, per gli immigrati, sono doppie rispetto ai loro coetanei inglesi, italiani o spagnoli.
In riferimento alla scuola, dai dati raccolti nell'ambito dell'iniziativa europea emerge che gli studenti ripongono grande fiducia nel suo ruolo educativo: secondo l'ottanta per cento dei ragazzi intervistati nei tre Paesi che aderiscono al progetto, nella scuola si sta facendo molto in materia di prevenzione, anche se il bullismo continua a rappresentare, per un quarto degli interpellati, una minaccia quotidiana. (bg)