Crescono, nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, gli alunni con disabilità. Ritardo mentale e disturbi del linguaggio, dell'apprendimento e dell'attenzione i problemi più frequenti. A rilevarlo è il recente rapporto dell'Istat sull'integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie inferiori statali e non statali.
L'indagine prende in considerazione vari aspetti, fra cui, oltre al numero e ai problemi più frequenti degli studenti diversamente abili: la partecipazione alle attività extrascolastiche, il numero degli insegnanti di sostegno, la presenza di barriere architettoniche nelle scuole e l'uso della tecnologia per l'inclusione scolastica. Il quadro tracciato dal rapporto registra un aumento costante, negli anni, degli alunni con disabilità: nell'anno scolastico 2010-2011 risultano circa 78mila nella scuola primaria e poco più di 61mila nella scuola secondaria di primo grado; complessivamente, considerando entrambi gli ordini scolastici, rappresentano il 3 per cento del totale degli alunni.
La tipologia di problema più frequente è quella legata al ritardo mentale, che riguarda in media, nelle scuole primarie e secondarie inferiori, più del 40 per cento degli alunni con disabilità. Nella scuola primaria gli altri problemi più frequenti, dopo il ritardo mentale, sono i disturbi dell'attenzione, del linguaggio e dell'apprendimento (che colpiscono, rispettivamente, il 26,5, il 24,6 e il 22,6 per cento degli alunni con disabilità), mentre nella secondaria di primo grado sono quelli dell'apprendimento, dell'attenzione e i disturbi affettivi relazionali (che riguardano, rispettivamente, il 26,9, il 22,1 e il 18,6 per cento degli alunni con disabilità).
Gli insegnanti di sostegno sono poco più di 63 mila. «Il 64,2 per cento degli insegnanti di sostegno della scuola primaria e il 69,8 per cento di quelli della scuola secondaria svolge l'attività a tempo pieno nello stesso plesso. La quota restante svolge la propria attività su più plessi scolastici sia all'interno dello stesso istituto sia su istituti diversi». Dal rapporto emerge che circa il 10 per cento delle famiglie di alunni con disabilità ha fatto ricorso per avere un aumento delle ore di sostegno.
Il documento analizza anche le differenze territoriali tra Nord e Sud, rivelando alcune criticità nelle regioni meridionali, che riguardano diversi ambiti presi in esame dall'indagine. Nel Mezzogiorno, ad esempio, si riscontra la percentuale più bassa di scuole che hanno scale e servizi igienici a norma. Le differenze territoriali diminuiscono, tuttavia, quando si passa a valutare l'accessibilità totale dei percorsi interni ed esterni all'edificio scolastico. Secondo i dati forniti dal rapporto, il Sud ha, inoltre, la percentuale più elevata di scuole prive di postazioni informatiche adattate (cioè con hardware e software specifici per gli alunni con disabilità), sebbene la tecnologia sia comunque ancora poco usata in tutte le scuole del territorio come strumento utile per agevolare l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità: sono più di un quarto le scuole primarie e secondarie inferiori che non hanno postazioni informatiche adattate.
La situazione non sembra migliore sul fronte della partecipazione alle attività extrascolastiche. Quasi la metà degli alunni diversamente abili, infatti, non partecipa a questo tipo di attività in entrambi gli ordini scolastici. In tema di barriere architettoniche l'indagine registra invece un lieve miglioramento: nonostante sia ancora elevata la quota di edifici che le hanno, «aumenta, anche se molto lentamente, il numero di scuole primarie e secondarie di primo grado che hanno ridotto il numero di barriere architettoniche». (bg)
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