La Rete è la piattaforma espressiva delle nuove generazioni, che spesso però ignorano i rischi della “vita on line”: il tema è stato al centro del convegno E-creativity: espressione, immagine e comportamento on line della generazione Internet che si è tenuto il mese scorso ad Ancona.
Il convegno, organizzato da una casa editrice e dalla Provincia di Ancona, ha messo insieme docenti universitari, giornalisti, scrittori, esperti di media, docenti universitari, rappresentanti del mondo della scuola e delle istituzioni con lo scopo di «riflettere sulle potenzialità della rete, sull’utilizzo che ne fanno le giovani generazioni e sul riflesso che tale mezzo ha creato nella letteratura e nei media» (come dice la presentazione).
Particolare attenzione è stata dedicata all'impatto dei nuovi media su bambini e adolescenti e alla necessità di educare i ragazzi a un uso consapevole e sicuro del mezzo. Su questo argomento si è soffermato in particolare Luciano Arcuri, docente di psicologia delle comunicazioni sociali all'Università di Padova. Nel suo intervento, Arcuri ha fatto una ricognizione su alcune recenti ricerche dedicate alla «“generazione digitale”, destinata a diventare una sorta di avanguardia impegnata a gestire un processo di sviluppo sociale tecnologico di ampia portata e a ridefinire in maniera decisiva la propria identità sociale ». Internet – ha spiegato il docente di Padova - «è solo una componente della più ampia cultura mediatica a cui sono sempre più familiari i giovani e giovanissimi utenti: se analizziamo il modo in cui essi si divertono, comunicano e realizzano le loro esperienze di vita sociale ci accorgiamo che sono in grado di integrare in maniera sempre più complessa le “vecchie” tecnologie, come la televisione o il videoregistratore o la telecamera, con i nuovi e nuovissimi strumenti, come i lettori portatili di files audio o video, oppure i telefoni mobili, o ancora le piattaforme informatiche per gestire giochi e mondi virtuali».
Tracciando il bilancio tra le evidenze raccolte dalle varie indagini, Arcuri ha osservato però come «a fronte delle allarmate considerazioni sui pericoli di Internet poca ricerca empirica è stata fino ad oggi condotta». Per esempio, sembra nullo l'interesse verso le possibilità dell'e-democracy, la «nuova forma di partecipazione, virtuale nelle sue modalità comunicative, ma materiale nelle forme del dibattito e delle decisioni politiche che realizza condizioni mai precedentemente sperimentate di democrazia partecipativa»: «A fronte del progressivo disinteresse che caratterizza l’atteggiamento dei giovani e dei giovanissimi nei confronti dei tradizionali modi di interpretare la politica e la vita di partito - ha commentato lo studioso - quasi nulla, almeno in Italia, si sa a proposito delle potenzialità di aggancio che i nuovi strumenti possono esercitare nei confronti di una fascia di cittadini che stanno per acquisire nuovi diritti e responsabilità politiche».
Ma più in generale, la reale sfida, soprattutto per i genitori, è educare le nuove generazioni all'uso della Rete senza il ricorso a divieti ferrei ma controproducenti: il genitore deve accompagnere il figlio nella scoperta di Internet, «ragionando sulle caratteristiche dei siti visitati, sull’opportunità di adottare qualche regola, verificando che il significato di tali prescrizioni sia stato ben compreso dal figlio e registrando il modo in cui queste sono concretamente applicate».
Sui pericoli per la privacy si è soffermato Sergio Bonaduce, responsabile per la privacy della Provincia di Ancona. Bonaduce ha sottolineato la diversa sensibilità dei minori su questi rischi: «Le giovani generazioni hanno sviluppato approcci del tutto peculiari rispetto all’utilizzo dei servizi Internet ed al concetto di privato ovvero pubblico – ha detto - sono probabilmente più disposti a mettere a rischio la propria privacy rispetto alle generazioni più adulte ed hanno meno problemi a rendere pubblici dettagli anche intimi della propria vita attraverso Internet». L'esperto ha perciò fatto una ricognizione sui rischi individuali che si corrono con l'utilizzo dei social network, sulle problematiche connesse alla normativa della privacy comprese responsabilità civili, penali e amministrative. Infine qualche consiglio sulle precauzioni: tra gli altri, fare attenzione ai dati pubblicati, utilizzare uno pseudonimo, rispettare la privacy altrui (niente foto di altre persone senza il loro consenso), utilizzare login e password diverse sulle varie piattaforme, monitorare le attività dei figli su Internet.
E-creativity si è concluso con la proiezione delle migliori opere che hanno partecipato al concorso intitolato The podmaker: in gara mini documentari realizzati con telecamere digitali e videotelefonini da giovani compresi nelle fasce di età 14-18 e 18-25 anni. Intento del concorso era quello di «rovesciare l'utilizzo del connubio telefonino-internet da mezzo per esibire on line trasgressioni scolastiche o nelle relazioni tra coetanei a strumento per realizzare la e-democracy, la cittadinanza attiva di chi utilizza lo strumento video per informare in modo critico, veicolando un processo di informazione dal basso». (mf)
