Impatto della pandemia su natalità e nuove generazioni, secondo rapporto

Particolare della copertina del Rapporto sull'impatto della pandemia

È online, sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia, la pubblicazione L’impatto della pandemia di Covid-19 su natalità e condizione delle nuove generazioni, secondo rapporto del Gruppo di esperti “Demografia e Covid-19”, istituito nell’aprile 2020 dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti con l’obiettivo di monitorare e analizzare l’impatto della crisi sanitaria sulla demografia italiana, con particolare riguardo alle conseguenze sulle nascite, la realizzazione dei progetti di vita da parte dei giovani e la condizione di benessere delle famiglie con minorenni.

Il gruppo - coordinato da Alessandro Rosina, docente di demografia e statistica sociale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - è composto da una rete di studiosi che mette assieme mondo accademico, istituti e centri di ricerca italiani e internazionali.

Il primo rapporto, pubblicato a fine 2020, ha messo in luce il forte dinamismo in termini di ricerche e analisi (sia in Italia che all’estero) relative all’impatto della pandemia sulle famiglie, le nuove generazioni, la conciliazione dei tempi di lavoro e di vita, la dimensione materiale e psicologica. «Le prime evidenze emerse – si legge nel secondo rapporto - mostravano il prevalere di una combinazione di difficoltà e incertezza che portava ad indebolire scelte vincolanti e impegnative verso il futuro, in particolare quella di avere un figlio».

Il secondo rapporto consente di fare un bilancio completo sull’anno 2020 e una prima valutazione sul 2021, sulla base di tre tipi di informazione: dati ufficiali; analisi svolte direttamente su indagini statistiche; evidenze derivanti da una rassegna sulle principali ricerche nazionali e internazionali. «Si trova, nel complesso, una conferma dell’impatto negativo sulla condizione dei giovani e sulle nascite che rischia di inasprire ulteriormente squilibri e diseguaglianze».

Secondo quanto emerge dal documento, gli effetti della pandemia hanno accelerato la tendenza al declino della popolazione già in atto dal 2015. «Nel 2020 il saldo naturale è stato di -335 mila, il peggiore nel Secondo dopoguerra. L’impatto sulle nascite nel 2020 è però limitato ai mesi di novembre e dicembre (che corrispondono ai concepimenti nei primi mesi del lockdown). L’impatto della prima ondata mostra però la punta peggiore a gennaio (-13,6%). Una ripresa inizia a vedersi a marzo 2021 che risulta sia modesta che di breve durata. I dati ufficiali Istat mostrano, inoltre, effetti molto differenziati. In particolare ad essere state più frenate sono le scelte delle categorie in condizione di maggiore provvisorietà (in primis giovani e immigrati). Mentre le donne over 35 hanno cercato di non rinviare nonostante la crisi per non trovarsi a rinunciare definitivamente. Dati che confermano i risultati delle analisi sui progetti di vita dei giovani italiani presentate nel primo rapporto e ulteriormente sviluppate in questo. Risultano confermate anche le evidenze su come le difficoltà di conciliazione siano un freno per l’occupazione femminile oltre che per la fecondità».

Il secondo rapporto è suddiviso in tre capitoli: il primo è dedicato all’effetto della prima e seconda ondata dell’epidemia da Covid-19 sulle nascite in Italia; il secondo si sofferma sui progetti di vita dei giovani dopo un anno vissuto in emergenza; il terzo, infine, prende in esame le ricerche internazionali che hanno indagato l’effetto della pandemia sulla fecondità e la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.

Completano il volume tre schede che offrono un quadro aggiornato sulle ricerche italiane e internazionali sui temi analizzati nel rapporto e le politiche adottate.

La pubblicazione è disponibile sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia, nella notizia dedicata.

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