Nel mondo quasi un miliardo di bambini vive senza servizi sanitari di base e circa 1,5 milioni muore ogni anno a causa di malattie, soprattutto diarrea, dovute alla mancanza o alla carenza di acqua pulita. Sono dati che arrivano dall'ONU in occasione della Giornata mondiale dell'Acqua che ogni anno si celebra il 22 marzo.
La giornata, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 all'interno delle direttive dell'Agenda 21, è nata per sensibilizzare tutti i Paesi, ricchi e poveri, a una maggiore attenzione alle risorse idriche del pianeta partendo dal principio che l'acqua non è una risorsa inesauribile. L'Onu indica che ogni persona, per i bisogni di base dovrebbe avere tra i 20 e i 50 litri di acqua al giorno per lavarsi, cucinare e per dissetarsi cosa che, nei paesi poveri, fino ad oggi è ancora un miraggio.
Oms e Unicef ricordano che, globalmente, quasi 900 milioni di persone non hanno accesso a questa minima quantità di acqua pulita. Contemporaneamente, il 12% del badget della Sanità dei paesi dell'Africa Sub-sahariana, viene utilizzato per trattare i casi di diarrea causati dalla mancanza di acqua pulita e quotidianamente la metà dei posti letto degli ospedali è occupata da pazienti colpiti da malattie a trasmissione fecale.
L'Unicef e Save the Children, in occasione della Giornata mondiale dell'Acqua, fanno un appello e sottolineano che i bambini e le donne sono le principali vittime dalla mancanza di acqua pulita. I poveri e contadini restano ai margini dei grandi progressi compiuti in questi ultimi anni sul fronte idrico e igienico anche se lentamente l'umanità, con l'87% della popolazione globale pari a circa 5,9 miliardi di esseri umani che hanno accesso all'acqua, si sta avvicinando al raggiungimento di uno (il settimo) degli otto Obiettivi di sviluppo del millennio. Ma nonostante gli sforzi, ancora oggi, ogni venti secondi, muore un bambino a causa della cattiva igiene dovuta alla mancanza di acqua pulita. (sp)
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