Le istituzioni indipendenti per i diritti dell'infanzia hanno un ruolo fondamentale nella relazione tra il mondo delle politiche e dei governi e i bambini, cittadini spesso esclusi dalle scelte che li riguardano e inascoltati. È il messaggio che emerge con forza dal rapporto del Centro di ricerca dell'Unicef In difesa dei diritti dell'infanzia. Uno studio globale sulle istituzioni indipendenti dei diritti umani per l'infanzia, presentato venerdì scorso, all'Istituto degli Innocenti di Firenze, in occasione del convegno In difesa dei diritti dell'infanzia. Il ruolo dei garanti per l'infanzia in Italia: ambiti di intervento e prospettive di sviluppo.
L'incontro, organizzato dal Centro di ricerca insieme alla Regione Toscana, al Garante regionale per l'infanzia della Toscana e all'Istituto degli Innocenti e articolato in due sessioni, ha rappresentato un importante momento di confronto tra il Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e i garanti regionali, giuristi ed esperti del settore. La mattina è stata dedicata alla presentazione dello studio, illustrato da Gordon Alexander, direttore del Centro di ricerca, da Vanessa Sedletzki, autrice del rapporto e da Maria Herczog, membro del Comitato internazionale sui diritti dell'infanzia. A seguire, gli interventi sul ruolo del Garante in Italia di Vincenzo Spadafora, Garante nazionale per l'infanzia e Laura Laera, presidente del Tribunale per i minorenni di Firenze. I lavori sono proseguiti, nel pomeriggio, con la lectio magistralis di Emanuele Rossi, docente di diritto costituzionale alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa che ha approfondito il tema I diritti dell'infanzia tra Costituzione, norme internazionali e statuti regionali e gli interventi di alcuni garanti regionali.
Sulla funzione di collegamento tra i due mondi delle politiche e dell'infanzia si è soffermato Spadafora: «il Garante ha un ruolo di ponte, che si traduce nella necessità di far dialogare tra loro i diversi soggetti che si occupano di infanzia e adolescenza, garantire un coordinamento che spesso manca». Lo stesso concetto, sottolineato anche da altri relatori, è stato ribadito da Rossi nella sua lectio magistralis. Il docente ha tracciato un quadro delle principali norme, nazionali e internazionali, che riguardano i diritti dell'infanzia.
Ma il ruolo dei garanti, a partire dai risultati dello studio realizzato dal Centro di ricerca, è stato solo uno dei tanti argomenti affrontati durante il convegno, una giornata di lavori che ha aperto uno spazio di riflessione su molti altri aspetti: l'ascolto dei bambini e degli adolescenti, l'indipendenza dei garanti, il loro rapporto con le altre istituzioni e la loro accessibilità da parte dei minori, solo per citarne alcuni.
Proprio quest'ultimo tema è stato al centro di vari interventi. Ne ha parlato, ad esempio, Grazia Sestini, Garante regionale per l'infanzia della Toscana e coordinatrice dei lavori della mattina, a proposito delle diverse sfide contenute nel rapporto: «sottolineo un punto caldo del nostro lavoro, l'accessibilità dei garanti da parte dei minori. I bambini e i ragazzi segnalano ancora poco rispetto a quanto segnalano gli adulti. È necessaria un'estrema attenzione nel trattamento dei dati che provengono da bambini e adolescenti. Fondamentali anche i tempi delle risposte. Dare tardi una risposta a un minore implica una minore fiducia in questa istituzione».
L'argomento è stato affrontato anche da Alexander e dalla Herczog. Il direttore del Centro di ricerca ha spiegato che «le istituzioni responsabili della tutela dei diritti dei minori ci sono, ma dobbiamo potenziare la possibilità per i minori di raggiungere direttamente queste figure», mentre la Herczog, che si è concentrata sul ruolo del Comitato internazionale sui diritti dell'infanzia, delle organizzazioni non governative, dell'Unione europea e di altre istituzioni europee – ha affermato: «il Protocollo opzionale alla Convenzione Onu del 1989 adottato nel dicembre del 2011 è uno strumento importante per i garanti, utile per elaborare meccanismi grazie ai quali le istituzioni indipendenti preposte alla tutela dei diritti dell'infanzia possono ricevere ricorsi presentati dai minori».
Secondo quanto messo in evidenza dallo studio del Centro di ricerca, i Paesi che istituiscono figure indipendenti per garantire i diritti dei minori sono in aumento. Negli ultimi due decenni sono state create oltre 200 istituzioni di questo tipo in 70 Paesi nel mondo. Nel 1981 la Norvegia è stato il primo Paese a istituire il garante per l'infanzia, ancora prima dell'adozione della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo del 1989. Nel 1986 il Costa Rica ha seguito l'esempio norvegese. Da allora la nascita delle istituzioni indipendenti ha subito una forte accelerazione, soprattutto in Europa e in America Latina, mentre in Africa e Asia solo a partire dal 2000. In Medio Oriente e Nord Africa il tema ha ricevuto recentemente grande attenzione.
Nel nostro Paese la figura dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza a livello nazionale è stata istituita con la legge 12 luglio 2011 n. 112. Il Garante nazionale ha un ruolo centrale per la promozione e la tutela dei diritti dei minori che prevede, fra l'altro, funzioni di collaborazione e garanzia e competenze consultive. Ad oggi i garanti regionali sono presenti soltanto nelle due province autonome di Trento e Bolzano e in 9 regioni: Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Marche, Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Toscana. (bg)
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