Francia, Twitter a scuola per imparare a scrivere

21/09/2011

Twitter a scuola per imparare a leggere e scrivere. In alcune elementari francesi i bambini, assistiti dagli insegnanti, muovono i primi passi nel linguaggio grazie ai messaggini di uno dei più famosi social network. Lo racconta il quotidiano francese Le Monde (ripreso da Internazionale e da La Stampa on line).

@Classe_Masson è l'account col quale tweetano i bambini della scuola elementare di Dunkerque, nel nord della Francia, la prima a lanciarsi nell'avventura dei pensierini in versione digitale. «È un’iniziativa ancora poco difusa, ma sta avendo un discreto successo tra gli insegnanti», scrive la giornalista Cécil Bontron. Secondo quanto racconta il giornale francese, dal 2010, anno di esordio dell'iniziativa, sarebbero ormai 81 le classi francofone che utilizzano Twitter (di cui 50 in Francia). Spiega Bertrand Formet, uno dei promotori del progetto: «Esistono differenti progetti dalle scuole materne fino all'università, lo strumento è adattato alle esigenze specifiche o giornaliere: alcuni insegnanti lo usano solo per comunicare con gli studenti, altri fanno adattare in tweet “Lo straniero” di Camus».

«Saremo i giornalisti delle nostre vite»: così Jean-Roch Masson, l'insegnante che ha portato Twitter in classe a Dunkerque, ha detto a genitori e bambini quando ha presentato loro l'iniziativa. In pochi conoscevano il social network dei cinguettii, ma in questo modo bambini e genitori hanno anche avviato un percorso di apprendimento sicuro delle possibilità offerte dai nuovi strumenti del web 2.0.

L'approccio al mondo del social network è scandito da regole e procedure: per esempio, «Quando vado su Twitter lo faccio con i miei genitori o con il maestro per scrivere e per leggere”; “sono educato e gentile”; “non do a nessuno la mia email, la password e non scrivo nulla sulla mia vita privata”. Ogni mattina uno o due bambini si occupano di scrivere il primo messaggio del giorno, secondo una procedura precisa: prima di avere l'ok per la pubblicazione, il bambino deve «scrivere la frase su un quaderno, farla correggere, scriverla su un documento digitale condiviso e poi fare copia e incolla sul software che gestisce Twitter». Una volta postato, il tweet «compare sul muro in fondo alla classe, su una lavagna interattiva».

Ma oltre ai tweet proposti dagli alunni, gli insegnanti spesso propongono alcuni esercizi: «riflessioni su una parola, creazioni di neologismi, enigmi matematici». Twitter diventa così un mezzo per portare la scrittura nel concreto: non è un caso che i progetti siano nati «in contesti specifici come ambienti rurali, quartieri popolari o scuole professionali», dove «la situazione spinge gli insegnanti a lavorare sulla motivazione degli studenti». Molti studenti infatti pensano che «la lettura e la scrittura servano soltanto per essere bravi a scuola». Invece, «avere un interlocutore li aiuta a capire che hanno un senso e prestano molta attenzione a quello che pubblicano».

Nelle classi che tweetano i risultati sono andati oltre le aspettative. Spiega un preside a Le Monde: «Il rendimento della classe è stato ben superiore rispetto all'anno passato». Ma non sempre Tweeter serve a superare i problemi di una classe, spiega un insegnante: «Quest'anno ho avuto una classe con grosse difficoltà scolastice e di socializzazione: avevano difficoltà a trovarsi bene in classe, figurarsi se volevano ritrovarsi la sera su Twitter».

L'esperimento comunque dà esiti incoraggianti. È la conclusione di Yann Leroux, psicologo e psicanalista: «I bambini imparano molto presto che quello che scrivono sulla carta, rimane. Mentre con il computer si può correggere: viene meno il senso di colpa dovuto agli errori e possono sperimentare senza paura». (mf)

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