«È fondamentale dare un'impronta pratica al lavoro teorico che tutti noi portiamo avanti quotidianamente». Chi parla è Jens Qvortrup, fondatore della sociologia dell’infanzia, intervenuto al convegno I diritti dei bambini a vent'anni dalla Convenzione Onu, tenutosi il 24 novembre all'Istituto degli Innocenti di Firenze.
Il meeting, al quale ha partecipato anche il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri con delega alle Politiche della famiglia Carlo Giovanardi, ha avuto come relatori alcuni tra i maggiori studiosi dei diritti dell'infanzia.
Ma a vent'anni dalla Convenzione come sta andando in Europa il percorso sui diritti dell'infanzia? «Sono stati fatti notevoli progressi sia a livello di governi nazionali che locali.» spiega Jens Qvortrup, docente di Sociologia presso l'Università norvegese di Trondheim e fondatore e direttore del progetto internazionale Childhood as Social Phenomenon «Ovviamente parlo della situazione scandinava, dalla quale provengo. Credo però che dobbiamo mantenere alta l'attenzione sui temi che riguardano i diritti dell'infanzia e l'adolescenza. In Scandinavia, nelle università, si tengono corsi attraverso i quali cerchiamo di consolidare il lavoro portato avanti durante questi anni. Questo sforzo ha sicuramente un impatto sulle politiche dei governi e noi accademici facciamo estrema attenzione cercando si farlo conoscere all'opinione pubblica».
Tra Nord e Sud Europa non ci sono differenze marcate tra i diversi scienziati e ricercatori delle discipline sociali ed esiste un comune modo di intendere. Un esempio è il lavoro portato avanti dal sociologo norvegese con Angelo Saporiti, Giovanni Sgritta e molti altri. Qvortrup però sottolinea altre differenze: «Ci sono climi politici differenti tra il Nord Europa e Italia, Spagna, Francia e altri paesi mediterranei. Differenze nelle politiche che probabilmente sono anche legate alle nascite. Per esempio in Italia c'è una bassa natalità mentre nei Paesi del Nord Europa è più alta, fattore che crea delle differenze oggettive piuttosto interessanti».
Nonostante dal 1989 a oggi siano stati fatti grossi passi avanti, secondo il sociologo Giovanni Sgritta, l'investimento sull'infanzia, ora è visto solo come un investimento economico: «Se diversi decenni fa il bambino veniva messo da parte e considerato come appendice, per esempio le famiglie erano considerate a seconda del numero dei figli, negli anni seguenti c'è stato un recupero: il bambini è divenuto prius». Oggi però assistiamo al monopolio delle informazioni sull'invecchiamento della popolazione. Secondo il sociologo occorre una sensibilità collettiva ed è necessario investire sulle famiglie. «Non dimentichiamo – dice Sgritta - che in Italia e nei paesi mediterranei il bambino non è ancora un soggetto politico e non esiste ancora come soggetto sociale».
Luigi Fadiga, giudice minorile, già presidente del Tribunale per i minorenni di Roma ha denunciato una sorta di trasandatezza giuridica: «C'è la tendenza al riassorbimento non solo economico ma anche una crisi del concetto di diritto dell'infanzia e un fenomeno di adultizzazione che comporta una deresponsabilizzazione dei genitori e degli adulti in generale. Non dimentichiamo che in Italia non c'è ancora un Garante per l'infanzia».
Ma a che punto è il Piano d'azione fermo al biennio 2002/2004? Il ministro Giovanardi ha confermato che è stato consegnato alla Presidenza del consiglio il 15 ottobre. «Se ne è parlato anche alla Conferenza nazionale (Napoli 18-20 novembre 2009 n.d.r) e, entro gennaio 2010, dovrebbe essere conclusa la discussione». Interlocutoria invece la posizione del ministro riguardo alla partecipazione politica dei minori che rivolgendosi alla platea ha chiesto: «Facciamo i parlamentino dei bambini delle elementari? In che modo pensiamo di farli protagonisti? Come ci può essere una partecipazione vera e non una partecipazione sfruttata dagli adulti con un meccanismo di strumentalizzazione del bambino?».
Il convegno di Firenze aveva in programma anche l'intitolazione della Biblioteca Innocenti Library ad Alfredo Carlo Moro avvenuta alla presenza del ministro Giovanardi e dell'assessore alla Cultura della Regione Toscana Paolo Cocchi. Al convegno è stata annunciata la donazione dei fondi librari delle famiglie Moro e Saporiti. Si tratta di prezioso materiale sul Diritto di famiglia, Diritto dell'infanzia, Sociologia della famiglia e altri argomenti attinenti all'infanzia che arricchisce la biblioteca: 261 libri e monografie di Alfredo Carlo Moro (del periodo che va dal 1960 al 2003) e 222 tra libri, opuscoli e materiale grigio di Angelo Saporiti che vanno dagli anni '70 al 2000. (sp)
(Ultimo aggiornamento il 2 dicembre 2009)
Allegato | Dimensione |
---|---|
![]() | 10.07 MB |
![]() | 13.5 MB |
![]() | 13.38 MB |
![]() | 18.64 MB |
![]() | 15.41 MB |