"Educazione affettiva": crescere a scuola

26/02/2015 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Due bambini di quinta elementare in gita scolastica commentano sottovoce il film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore. Un momento di intimità, nel silenzio della sera. A fianco il maestro, che li ascolta e parla con loro. Comincia così Educazione affettiva, documentario di Federico Bondi e Clemente Bicocchi in questi giorni nelle sale toscane, racconto degli ultimi giorni di scuola di una quinta elementare. Protagonisti, gli alunni della Pestalozzi di Firenze, con le loro emozioni nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza, e i due insegnanti, Matteo Bianchini e Paolo Scopetani.

Un lungometraggio che punta i riflettori sulle relazioni, i ricordi, le paure e la crescita e affronta, con delicatezza e senza retorica, un tema importante: l'educazione ai sentimenti. Un film fatto di immagini e primi piani che catturano la bellezza dei gesti dei giovani protagonisti e la semplicità dei loro sguardi.

Com'è nato il progetto lo spiega Bondi: «l'idea del film nasce da un incontro tra noi registi e i due maestri. Volevamo raccontare la storia di un'amicizia, di un legame profondo tra i bambini e tra i bambini e i loro insegnanti, in un momento particolare come quello dell'ultimo mese di vita della quinta elementare».

Affiora spesso, nei discorsi, l'educazione ai sentimenti, ma di rado si riesce a tradurla in progetti ed esperienze concrete. «Oggi è importante parlare di educazione affettiva nelle scuole perché l'educazione ai sentimenti è trasversale a tutte le competenze. Ogni tipo di conoscenza passa per la relazione e in questo momento siamo più carenti nella costruzione di relazioni», sottolinea Bianchini.

Il film, prodotto da Ardaco in collaborazione con Toscana Film Commission, Regione Toscana e  Scuola Città Pestalozzi, dà risalto anche ad altri temi centrali, come la partecipazione dei bambini e la loro libertà di espressione.

Due aspetti su cui si sofferma Bianchini, nel raccontare l'evoluzione del lavoro di ricerca che ha portato alla realizzazione del lungometraggio puntando a far dialogare due linguaggi, quello pedagogico e quello cinematografico: «gli alunni hanno partecipato alla costruzione del progetto, vivendolo come un gioco, libero da schemi. Si è creato, così, un rapporto di fiducia tra i bambini e i registi, che sono andati dietro al flusso delle idee dei ragazzi».

A partire dal prossimo 3 marzo il documentario sarà proiettato al cinema Stensen di Firenze. (bg)