L'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, attraverso un programma di neuroriabilitazione pediatrica e con ReWalk, un esoscheletro, insegna ai bambini paraplegici a reimparare a camminare. Un progetto creato per adulti e, per la prima volta, riadattato per bambini e ragazzi. É in fase di sperimentazione su due ragazze e un ragazzo.
ReWalk, tradotto in italiano significa ricammina ed è letteralmente ciò che si riesce a fare con l'esoscheletro creato da Amit Goffer, un ingegnere israeliano rimasto paralizzato nel 1997 a causa di un incidente automobilistico.
Meccanica e robotica insieme che permettono a coloro che hanno perso l'uso della gambe di camminare e perfino di scendere e salire le scale. L'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Meccanica e Aeronautica dell'Università La Sapienza di Roma e con il Mit-Massachusetts Institute of Technology di Boston ha aperto il Laboratorio di Robotica e analisi del movimento nel quale si lavora per adattare, per la prima volta nel mondo, ReWalk alla riabilitazione di bambini e ragazzi.
«Grazie all'esoscheletro i pazienti in età avolutiva potranno ricamminare. Secondo una casistica su adulti raccolta negli USA e Israele si riesce a camminare in una ventina di sedute» spiega Enrico Castelli, responsabile di Neuroriabilitazione pediatrica del Bambino Gesù «Con il lavoro portato avanti con l'Università La Sapienza e i nostri medici ortopedici, anche se la macchina è nata per adulti - l'altezza minima è di 160 cm. - siamo riusciti a riadattarla per un'altezza di 147 cm. Stiamo sperimentando il ReWalk per la prima volta nell'età evolutiva e ci crediamo molto. Ogni movimento è sotto il controllo del paziente. Lo stiamo utilizzando dal mese di aprile con risultati soddisfacenti con due ragazze e un ragazzo di 12, 15 e 16 anni».
L'ospedale ha in dotazione due esoscheletri che costano circa 75 mila euro ognuno. Il prezzo si abbasserà a circa un terzo – simile a quello di una carrozzina elettronica – quando la Argo Medical Technologies, azienda creata da Amit Goffer per la commercializzazione di ReWalk, a fine anno, inizierà la produzione su larga scala.
Ma come funziona l'esoscheletro? Una volta indossato, grazie a una batteria-zaino ha circa 200 minuti di autonomia. Harware e software vanno quindi tarati a seconda delle esigenze. Le prime lezioni sono quelle che permettono al paziente di alzarsi, di mantenere l'equilibrio e di sedersi. Poi potrà iniziare a camminare.
«Le lezioni per apprenderne l'uso durano circa un'ora e mezza, a volte due ore – dice Castelli – e dopo aver visto il viso e i sorrisi dei ragazzi coi i quali lavoriamo il mio timore e quella poca perplessità iniziale nel pensare alla difficoltà dell'utilizzo sono svaniti anche grazie ai risultati ottenuti a livello psicologico. Per imparare a scendere e salire le scale occorre però un ulteriore training. Non dimentichiamo che questi dispositivi sono dei prototipi. Mi aspetto che in dieci anni diventino così avanzati da poter essere indossati sotto gli abiti». (sp)