Didattica a distanza, le opinioni di genitori, docenti e operatori nell’indagine promossa da Con i Bambini

02/04/2021 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Appena 3 italiani su 10 valutano positivamente la didattica a distanza (DAD). Fra i genitori di figli in età scolare, il dato cresce al 34%, e raggiunge il 48% fra gli insegnanti. Pur essendo riconosciuta oggi una migliore organizzazione rispetto alla fase emergenziale, per il 51% dei genitori italiani, a 12 mesi di distanza, in DAD non è ancora garantito un accesso adeguato a tutti gli studenti. L’indagine condotta dall’Istituto Demopolis per l’impresa sociale Con i Bambini analizza l’evoluzione percepita, il presente e le prospettive della didattica a distanza nella valutazione dell’opinione pubblica, con focus sui genitori di figli minorenni (5-17 anni), su insegnanti e operatori del terzo settore.

I genitori italiani coinvolti nella ricerca, realizzata nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, rilevano «come la DAD si sia effettivamente meglio strutturata dopo la fase emergenziale (67%) ed abbia prodotto maggiore autonomia nell’uso delle tecnologie da parte dei ragazzi (57%). La durata delle sessioni, tuttavia, non soddisfa ancora la maggioranza: per uno su due, l’orario scolastico completo resta un obiettivo irrealizzato».

Per i genitori con figli in età scolare le criticità della DAD, dopo un anno di operatività, restano la distrazione degli studenti durante le lezioni (73%), ma anche la complessa situazione emotiva dei ragazzi (63%) e la scarsa dotazione tecnologica delle case (51%), limite segnalato con maggiore evidenza dagli insegnanti (68%). Genitori e docenti si differenziano anche nella valutazione dei carichi di lavoro: secondo il 39% dei padri e delle madri l’impegno richiesto alle famiglie è stato eccessivo; il dato cresce al 61% tra chi ha i figli alle primarie. Inoltre, per il 31% dei genitori l’orario scolastico è troppo ridotto: sul tema concorda appena il 15% degli insegnanti.

Dall’indagine emerge che, malgrado i mesi di riorganizzazione e i fondi a disposizione per i dispositivi, il 16% di ragazzi si collega ancora oggi da smartphone. Del resto, il 41% dei genitori intervistati confessa di aver avuto difficoltà a supportare i figli in DAD proprio per connessioni o dispositivi insufficienti in casa; 3 su 10 segnalano la difficile conciliazione dei tempi lavorativi con le dinamiche della didattica a distanza e circa un quinto afferma di non essere stato in grado personalmente di supportare i figli nell’attività didattica.

Altri dati rivelano che 6 genitori su 10 evidenziano la tendenza dei figli all’isolamento e all’abbandono della vita sociale; il 55% ricorda il danno della riduzione degli stimoli esterni alla scuola.

«In questo contesto – si legge nella presentazione della ricerca pubblicata sul sito di Con i Bambini - riscuote pieno successo la proposta del Ministro dell’Istruzione Bianchi di aprire le scuole in estate, con la programmazione di attività destinate a bambini e ragazzi»: il 70% degli italiani intervistati da Demopolis, infatti, condivide l’ipotesi di tenere aperte le scuole fino alla fine del mese di luglio per organizzare attività educative, gratuite e non obbligatorie, di laboratorio e di socializzazione anche all’esterno (teatro, musica, sport, lingue, visite, ecc.) per ragazzi e bambini, con il coinvolgimento di educatori e operatori specializzati di associazioni ed enti del Terzo settore, in vista di un ritorno alla normalità a settembre. L’idea piace ai genitori, più al Nord (75%) che al Sud (61%).

Secondo gli italiani bisognerebbe puntare a restituire ai minorenni l’accesso alla pratica sportiva (58%), progettare recuperi curriculari (54%), promuovere attività ludiche (53%) e progressi nelle lingue straniere (51%), favorire la riscoperta delle città e della natura.

«Si tratterebbe di aprire le scuole alla comunità ed ai territori, rammentando che la scuola non può essere l’unica istituzione deputata alla crescita dei ragazzi. Si tratta del resto di una nuova consapevolezza che si afferma in seno all’opinione pubblica: oggi, per il 71% degli italiani la responsabilità della crescita dei minori è di tutta la comunità».

I risultati dell’indagine sono disponibili online sul sito di Con i Bambini, nella pagina dedicata.