È in preparazione il rapporto finale del summit mondiale degli O8, i garanti dell’infanzia dei principali paesi mondiali, che si sono riuniti a Nuoro, in Sardegna, il 25 e 26 giugno scorsi per discutere come reagire agli effetti della crisi e dei cambiamenti climatici sulla vita dei bambini.
Gli Ombudspersons for children sono i difensori civici di bambini e adolescenti. Hanno il compito di monitorare in maniera autonoma la tutela dei diritti dei minori e sostenere le buone politiche da parte di governi, amministrazioni e privati. L’obiettivo principale, come ricordato anche dal titolo di una delle sessioni ospitate a Nuoro, è quello di mantenere sempre l’interesse superiore del minore in prima linea. Il primo Garante nazionale per l’infanzia della storia nasce in Svezia nel 1809. Si diffonde soprattutto nel Nord Europa: in Finlandia nel 1919, in Danimarca nel 1955, in Norvegia nel 1962.
Da allora la figura del Garante è stata istituita in oltre 40 paesi ; in Occidente è stato istituito in circa 30 Stati ( Francia, Portogallo, Polonia, Danimarca, Islanda, Lituania in veste di organo nazionale; in Belgio, Spagna e Germania quale organo regionale; in Austria in entrambe le vesti) e in America Latina .
Il risultato principale dell’incontro dei rappresentanti di Canada, Francia, Federazione russa, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti è riassunto in un appello rivolto ai leader del G8. Gli O8 chiedono ai grandi del mondo di intervenire immediatamente per affrontare gli effetti combinati della crisi e del cambiamento del clima. «Le vite attuali e future dei bambini – si legge nel documento - sono seriamente compromesse a causa dell’inattività». È una «crisi nascosta», secondo il gruppo dei Garanti, le cui conseguenze «non sono ancora ben comprese, anzi sono troppo spesso trascurate».
È dunque tempo di «investire nell’infanzia», è un «obbligo e un imperativo morale per proteggere i diritti dei bambini sul piano globale». Ecco allora cinque richieste ai leader mondiali: investire nella protezione sociale su scala nazionale e globale, per ottenere benefici immediati e a lungo termine; affrontare subito i cambiamenti climatici; incrementare la cooperazione allo sviluppo; spingere la società a condividere le responsabilità perché i bambini sono i primi agenti del cambiamento; diffondere in ancora più paesi la figura del garante nazionale dell’infanzia, «costruttori di ponti e canali per azioni e responsabilità».
Gli atti del summit raccoglieranno gli interventi che si sono susseguiti nei due giorni di lavori, trasmessi in diretta via streaming su Internet e ancora disponibili. (mf)