Consigli di zona dei ragazzi: idee e progetti dei giovani milanesi

Si chiama Ragazzi in Zona il progetto innovativo, avviato nel 2012, grazie al quale il Comune di Milano ha istituito un Consiglio di Zona dei ragazzi e delle ragazze – equivalente del Consiglio comunale dei ragazzi - in ciascuna delle nove Zone della città. Gli obiettivi, i contenuti e i risultati del biennio 2014/2015 di questa iniziativa - realizzata a partire dal progetto del Consiglio dei ragazzi della Zona 9, attivo dal 2006 - sono riportati nella pubblicazione I Consigli di Zona dei ragazzi e delle ragazze. Idee e progetti dei più giovani al servizio della città, curata dal Comune di Milano, da Arciragazzi Milano, Unicef, cooperativa ABCittà e dalle altre realtà coinvolte nel progetto.
La pubblicazione - presentata il 20 marzo scorso a Milano, in occasione dell'evento conclusivo della manifestazione Dire, Fare, Educare. Un percorso per Milano città educativa - approfondisce importanti aspetti teorici e pratici emersi dall'esperienza realizzata con Ragazzi in zona. Ne abbiamo parlato con Juri Pertichini, di Arciragazzi.

 

Quali sono i temi che stanno più a cuore ai bambini e agli adolescenti che fanno parte dei Consigli di Zona?

 

Sono i temi relativi alla loro vita quotidiana: i percorsi, il verde, la sicurezza, la possibilità di giocare, l'aggregazione e la manutenzione (le buche, le piste ciclabili, i semafori, le panchine rotte). Ma anche qualcosa di più specifico, come la costruzione di un nuovo impianto sportivo, i muri  imbrattati di scritte, la richiesta di intervento sul fenomeno della prostituzione lungo i viali.

 

Le proposte elaborate dai giovani consiglieri per una città amica dei bambini sono tante. Può indicarci qualche esempio? C'è un comune denominatore?

 

Potrei distinguere tra proposte specifiche e questioni metodologiche. Parto da queste ultime: la richiesta più impellente che i bambini e i ragazzi fanno è che ci sia un'attenzione maggiore da parte degli adulti rispetto alle loro istanze, anche quelle più banali. Per un bambino è incomprensibile che gli adulti ascoltino le loro richieste ma poi non procedano. In riferimento al comune denominatore delle proposte: quasi tutti i bambini vogliono essere coinvolti nelle decisioni che riguardano la loro scuola e in particolare la mensa. In alcune zone di Milano è stato chiesto di invitare alle riunioni delle commissioni mensa anche delle delegazioni di ragazzi. Poi ci sono le questioni legate ai percorsi, alla qualità del verde e dei parchi e al tragitto casa-scuola (ad esempio, piste ciclabili più curate e attraversamenti tra una pista ciclabile e l'altra più sicuri). Uno dei progetti a cui hanno lavorato i giovani consiglieri riguarda i giardini condominiali amici dei bambini: i ragazzi chiedono di attrezzarli meglio e aprire quelli che sono chiusi, cambiando i regolamenti. In generale si possono individuare tre aree tematiche per le proposte: la scuola (in particolare, la mensa e la cura del giardino scolastico); la mobilità sostenibile a misura di bambino; attività specifiche, come ripulire i muri sporchi e affrontare il problema della prostituzione.

 

Quali sono i punti di forza e le criticità dell'esperienza presentata nella pubblicazione?

 

Il punto di forza principale: questa attività è stata realizzata da un punto di vista decentrato, cioè prevede il collegamento strutturale con le Zone. In una città come Milano una grande parte delle istanze dei ragazzi afferisce alle Zone. La Zona è il luogo del governo cittadino più vicino ai bambini. I punti critici si sono visti nel tempo; ne potrei indicare due. Il primo: per funzionare il progetto ha bisogno di una serie di procedure con le Zone, sperimentali e sostenibili, che non sono state completamente sviluppate. Una volta che i bambini e i ragazzi hanno fatto le loro proposte, si pone la sfida di realizzarle. Anche in questo caso il tempo è da una parte un alleato, dall'altra un nemico. Nell'arco dell'anno scolastico i bambini si riuniscono, analizzano, monitorano ed elaborano le proposte. A questo punto bisogna cominciare a realizzarne una parte; per farlo c'è bisogno di una macchina rodata di collegamento tra il Consiglio dei ragazzi, il Consiglio degli adulti e le scuole, in una circolarità che funzioni. In questo caso è centrale l'opera di facilitazione da parte degli adulti. Il secondo punto critico è connesso al punto di forza: in un sistema fortemente decentrato come quello realizzato a Milano manca un pezzo, cioè come quelle istanze che riguardano la parte centrale della città vengono messe in collegamento tra loro.

 

Il progetto prosegue nel 2016?

 

Il progetto prosegue anche nel 2016. È arrivato fino al 2015 con la gestione dei soggetti citati nella pubblicazione. Poi c'è stata una gara d'appalto, che è stata vinta da un altro soggetto; il progetto va avanti con un'impostazione leggermente diversa, meno procedurale e più legata al tema specifico della mobilità sostenibile.

 

(Barbara Guastella)