Conferenza della famiglia: le proposte per un Piano nazionale

11/11/2010

Si è conclusa ieri, a Milano, la Conferenza nazionale della famiglia, tre giorni intensi di confronto e riflessione sul tema delle politiche familiari, a cui hanno preso parte rappresentanti del Governo, di Regioni ed enti locali, docenti universitari, esponenti di imprese e sindacati e altri esperti. Nel corso della mattina i rapporteur di dieci gruppi di lavoro - impegnati, nella giornata precedente, a tirare le somme di anni di studio e ricerca sui diversi temi che riguardano la famiglia – hanno presentato le sintesi dei seminari, illustrando le proposte da sottoporre all'attenzione del Governo. Il principale obiettivo della conferenza - organizzata dal Dipartimento per le politiche per la famiglia con il supporto dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia - è stato proprio quello di avviare un'ampia consultazione fra le forze sociali, economiche, politiche e culturali, in vista della formulazione di un Piano nazionale di politiche per la famiglia. Tante le proposte dei gruppi sui vari temi trattati: Famiglia, diritti sociali e inclusione sociale; Famiglia, accoglienza della vita e servizi consultoriali; Famiglia, reddito e trattamento fiscale; Famiglia e lavoro; Ruolo educativo della famiglia e sistema formativo; Famiglia, immigrazione e società interculturale; Famiglia, affido e adozione; Famiglia e servizi per la prima infanzia; Famiglie con fragilità/disabilità/anziani e servizi; Famiglia, media e nuove tecnologie. Tutte scaturiscono dal confronto tra rappresentanti di istituzioni, associazioni, esperti e cittadini e maturano in un contesto sociale in cui la famiglia si rivela una realtà profondamente mutata e in continua evoluzione, come sottolineato da Gian Carlo Blangiardo, del Comitato tecnico scientifico dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia, nella relazione illustrata nel corso della seconda giornata. La situazione socio-demografica della famiglia italiana delineata da Blangiardo, infatti, restituisce una fotografia della nuova realtà familiare molto diversa da quella di alcuni decenni fa, in cui spiccano - fra gli altri fenomeni - il calo delle nascite, un livello di nuzialità estremamente basso e una forte esplosione di single e coppie senza figli. Di seguito si riportano, in estrema sintesi, le proposte avanzate da alcuni gruppi. Il gruppo dedicato al tema Famiglia, affido e adozione, ad esempio, ha auspicato, fra l'altro, «che il Piano nazionale per la famiglia preveda interventi specifici che agevolino l'inserimento a scuola del minore adottato», fra cui «una modifica dei tempi di inserimento dopo l'arrivo del minore in Italia» e «diverse modalità di accoglienza del bambino straniero adottato, che tengano conto delle sue specificità». Ma anche «che il Ministero dell'istruzione attivi quanto prima un apposito tavolo di lavoro con le associazioni familiari e gli enti autorizzati per ricercare soluzioni condivise nell'interesse dei minori adottati e affidati». In tema di servizi per la prima infanzia, invece, si è proposto, fra l'altro, di: «costruire le politiche della prima infanzia attorno al riconoscimento della identità e dei diritti dei bambini», «scandire i servizi educativi secondo le definizioni riportate del nomenclatore interregionale dei servizi sociali dove è già stato fatto lo sforzo di riordinare le diverse macro tipologie di servizi» e «coordinare i finanziamenti e le responsabilità relativi a interventi nell'area dei servizi all'infanzia oggi frammentati e giungere a un monitoraggio unitario». Una delle richieste avanzate dal gruppo dedicato a Famiglia, accoglienza della vita e servizi consultoriali riguarda una riforma dei consultori, che «oltre a declinare l'aspetto sanitario, metta al centro il compito educativo e il sostegno della relazione, introducendo nuove figure professionali», mentre il gruppo che si è occupato di media e nuove tecnologie ha chiesto, fra l'altro, l'istituzione di un Osservatorio permanente sui media. Queste, inoltre, alcune proposte avanzate dal gruppo dedicato a Famiglia e lavoro: lo sviluppo del modello trentino Distretto famiglia, nel quale converge l'azione di attori diversi (la Provincia e gli altri enti locali, le famiglie e le organizzazioni private) che condividono l'obiettivo comune di accrescere il benessere delle famiglie, concepite come risorse vitali per l'intera collettività; la diffusione dello standard Family audit, uno strumento per la certificazione, su base volontaria, dei percorsi programmati e attuati dalle organizzazioni pubbliche e private per andare incontro alle esigenze di conciliazione dei propri dipendenti e l'incentivazione di alcune misure di conciliazione come il part-time e il telelavoro. Riguardo a reddito e trattamento fiscale, infine, si è chiesto, fra l'altro: l'introduzione del “fattore famiglia” - un meccanismo che consente di alleggerire il peso del fisco per le famiglie più numerose e con i redditi più bassi – e la revisione dell'Isee, lo strumento utilizzato per misurare la condizione economica delle famiglie. Dopo la presentazione delle sintesi da parte dei gruppi di lavoro, la conferenza – a cui hanno partecipato circa duemila persone – è proseguita con due tavole rotonde - dedicate, rispettivamente, ai temi Le politiche familiari a livello locale e Quali obiettivi e strumenti a breve e medio termine per una effettiva politica a favore della famiglia in Italia? - e gli interventi di alcuni ministri e altri rappresentanti istituzionali. Le conclusioni sono state affidate a Carlo Giovanardi, sottosegretario alle politiche per la famiglia. Sul sito della conferenza sono disponibili lo schema di Piano elaborato dall'Osservatorio nazionale sulla famiglia, gli interventi relativi alla prima e alla seconda giornata e altri documenti.(bg)