Comunità per minori: proposte di criteri e standard

La definizione di criteri e standard nelle comunità per minori di tipo familiare che valgano in tutte le regioni è una priorità da tempo reclamata dal Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza Vincenzo Spadafora. Il documento di proposta Comunità residenziali per minorenni: per la definizione dei criteri e degli standard, presentato il 5 maggio scorso a Roma, nasce proprio dall'esigenza di dare un contributo al processo di definizione degli standard strutturali e gestionali e dei criteri di qualità delle relazioni nelle comunità di questo genere.

La pubblicazione è stata elaborata dal Gruppo di lavoro sulle comunità di tipo familiare nato all'interno della Consulta delle associazioni e delle organizzazioni, istituita presso l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.

Il percorso che ha portato alla redazione del documento, spiega il Garante nell'introduzione, ha coinvolto numerose associazioni e organizzazioni, alcune interpellate in un'ampia consultazione che ha visto la partecipazione anche di minori con un'esperienza di vita in comunità: «una scelta quest'ultima non casuale, perché la Consulta ha indicato con chiarezza la necessità, direi l'indispensabilità, di lavorare sul tema della partecipazione dei bambini e dei ragazzi come attenzione trasversale per tutti i gruppi creati e non solo per quello che aveva al centro questa tematica».

Il documento è stato illustrato dal Garante e da alcuni componenti del Gruppo di lavoro nel corso di un incontro ospitato dal Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro.

Queste alcune delle proposte riportate nel volume: definire l'indice delle Linee di indirizzo sull'accoglienza nelle strutture, sull'esempio di quelle per l'affidamento familiare, e completare rapidamente le nomine dei Garanti regionali. (bg)

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