La speranza di un futuro diverso per i giovani e le famiglie di Librino, quartiere disagiato alla periferia di Catania, attraverso interventi educativi e formativi. È stato l'obiettivo di Fonda Azioni per Librino, progetto biennale contro la devianza i cui risultati sono stati presentati pochi giorni fa nella città siciliana.
Avviato nell'ottobre 2009 nel popoloso quartiere catanese che ospita più di 60mila persone, tra le altre cose il progetto ha coinvolto tremila minori del quartiere (molti dei quali pre-adolescenti) in laboratori ludico-sportivi, artistico teatrali e di bottega oppure in attività di sostegno e recupero scolastico. Teatro di queste attività i quattro centri polifunzionali di Librino: l'oratorio Giovanni Paolo II, le parrocche Resurrezione del Signore e del Santissimo Sacramento e il centro dell'associazione Talita Kum. Inoltre, campo sportivo e teatro comunale e la strada, reale ambiente di vita delle zone periferiche, sono stati al centro di eventi sportivi e culturali come mini tornei, rassegne cinematografiche e teatrali, mostre. Senza però dimenticare l'importanza della scuola: centinaia sono stati gli interventi individuali per combattere la dispersione scolastica e la frequenza discontinua di ragazzini a rischio. A fare da “esca” e apripista, il Ludobus, una giocosa biblioteca ambulante che ha permesso a volontari e operatori di agganciare i ragazzi a rischio nelle strade e coinvolgerli subito in attività divertenti e formative.
Ma non solo: Fonda Azioni ha sensibilizzato all'occupazione legale e messo a disposizione tredici borse lavoro (quattro delle quali sono diventate contratti di lavoro a tutti gli effetti). Mediante tirocinii formativi e laboratori-bottega per la lavorazione del legno e del ferro, della gastronomia e dell’arredo casa, giovani e adulti hanno imparato sul campo, guidati da artigiani del posto, alcuni mestieri della tradizione sviluppando abilità individuali e capacità manuali. A favore di nuclei giovani ma già con molti figli a carico sono stati portati a compimento interventi più concreti: più di 300 con la fornitura di vestiario, alimenti, medicine e orientamento su servizi amministrativi e legislazione di settore.
«Non volevamo cambiare il mondo, ma certo Librino non è la stessa di tre anni fa», dice Lucia Siragusa, suora coordinatrice del progetto. «Abbiamo gettato un seme, lo stiamo vedendo crescere, ma occorre rendere sempre fertile questo terreno con il contributo fattivo delle istituzioni». Gaetano Mancini, presidente di Confcooperative, che ha sostenuto il progetto,sono state sperimentate «con successo delle buone prassi di cui sappiamo già non vedremo subito i frutti, in una sorta di “rivoluzione dal basso”, ispirata anche dalle parole di don Puglisi che incitava a ‘fare ognuno qualcosa per il territorio’».
Fonda Azioni per Librino, cofinanziato da Fondazione con il Sud, è stato concepito da nove enti di ispirazione religiosa per promuovere un percorso di sviluppo integrato, possibile, sostenibile e permanente del quartiere-satellite di Catania. (mf)
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