Caldo e salute dei bambini, rapporto Unicef

19/08/2024 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:
copertina del rapporto Unicef Beat the heat: child health amid heatwaves in Europe and Central Asia

Nel 2021 l’aumento delle temperature in Europa e Asia centrale ha ucciso circa 377 bambini. Il rapporto dell’Unicef Beat the heat: child health amid heatwaves in Europe and Central Asia (Sconfiggere il caldo: la salute dei bambini tra le ondate di calore in Europa e Asia centrale) rivela che la metà di questi bambini è morta per malattie legate al caldo nel primo anno di vita.  

Come si spiega nella presentazione del documento pubblicata sul sito dell’Unicef, l’esposizione al calore ha effetti acuti sui più giovani, «anche prima della nascita, e può provocare nascite pre-termine, basso peso alla nascita, bambini nati morti e anomalie congenite. Lo stress da calore è una causa diretta di mortalità infantile, può influenzare la crescita dei bambini e causare una serie di malattie pediatriche».

I dati evidenziano, fra l’altro, che il caldo estremo ha causato la perdita di oltre 32.000 anni di vita sana tra i minorenni.

Il rapporto contiene anche una serie di raccomandazioni rivolte ai governi dell’Europa e dell’Asia centrale: fra queste, investire in piani d’azione per la salute e nell’assistenza sanitaria primaria per sostenere in modo più adeguato i bambini; investire in sistemi di allerta precoce, compresi i sistemi di allarme per il caldo; adattare le strutture scolastiche per ridurre le temperature nelle aree in cui i bambini giocano e dotare gli insegnanti di competenze per rispondere allo stress da calore; adattare la progettazione urbana e le infrastrutture, garantendo che gli edifici, in particolare quelli che ospitano le comunità più vulnerabili, siano attrezzati per ridurre al minimo l’esposizione al calore.

Il rapporto è disponibile, in inglese, sul sito dell’Unicef, nella notizia dedicata.

Altri materiali e notizie si trovano su questo sito alle tematiche Ambiente e Salute, raggiungibili dal menù di navigazione “Temi”.