Un bambino su cinque nei Paesi ad alto reddito vive in povertà economica relativa e in media uno su otto si trova ad affrontare problemi di insicurezza alimentare. È quanto emerge dalla Report card 14 del Centro di ricerca Unicef Innocenti, presentata il 15 giugno scorso.
Il rapporto, intitolato Costruire il futuro - I bambini e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nei paesi ricchi, valuta le condizioni dei bambini in 41 Paesi ad alto reddito in relazione agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) identificati come i più importanti per il loro benessere, stila una classifica dei Paesi in base alla loro performance ed elenca le sfide e le opportunità che le economie avanzate affrontano per raggiungere gli impegni globali a favore dei più piccoli.
Secondo i dati della Report card, circa un bambino su 10 nei Paesi ad alto reddito vive in famiglie in cui nessun adulto possiede un impiego: questo numero aumenta a circa un bambino su 7 in Bulgaria, Ungheria, Nuova Zelanda, Spagna e Regno Unito e a circa uno su 5 in Irlanda.
Tutti i Paesi ricchi hanno già ridotto i propri tassi di mortalità neonatale al di sotto del traguardo globale di 12 morti per 1.000 nati vivi. La Slovenia ha più che dimezzato il proprio tasso di mortalità neonatale tra il 2005 e il 2015. Nei Paesi esaminati nel rapporto diminuiscono anche la frequenza dell’ubriachezza fra gli adolescenti e il tasso di fertilità adolescenziale.
Le misurazioni delle competenze di base nella lettura, nella matematica e nell’alfabetizzazione scientifica indicano che un quindicenne su 3 non raggiunge un livello di competenze basilare. Circa un giovane su 13 fra i 15-19enni non lavora, non studia e non segue un programma di formazione (Neet); la quota di questi giovani inattivi è molto più alta in Europa meridionale e in America Latina, mentre i tassi più bassi si riscontrano nell’Europa settentrionale e centrale.
«Per alcuni indicatori – disuguaglianza di reddito, salute mentale autodichiarata degli adolescenti e obesità – il trend mostra motivi di preoccupazione nella maggior parte dei paesi ricchi», spiega l’Unicef nella presentazione del rapporto. «In due terzi degli Stati esaminati le famiglie più povere con bambini si trovano oggi ancora più penalizzate rispetto alla media del 2008. Il tasso di obesità tra i giovani tra gli 11 e i 15 anni e il numero di adolescenti che hanno riportato di soffrire di 2 o più sintomi psicologici ogni settimana sta aumentando nella maggior parte dei paesi. Sebbene molti paesi abbiano compiuto grandi progressi su diversi indicatori, rimangono ancora profonde differenze in altre aree».
Vediamo adesso alcuni dati che riguardano il nostro Paese.
L’Italia è al 24esimo posto su 41 Paesi Ue/Ocse nella tabella generale di confronto relativa ai nove Obiettivi di sviluppo sostenibile; ricopre una posizione di eccellenza in “Pace, giustizia e istituzioni efficaci” (secondo posto) e ottiene il suo risultato peggiore nell’Obiettivo “Eliminazione della povertà” (31esimo posto).
Il nostro Paese ha il quarto tasso di ubriachezza più basso tra i bambini di età compresa tra 11 e 15 anni, pari al 4,4%, mentre ha la più alta percentuale di bambini tra gli 11 e i 15 anni che riferiscono di soffrire di due o più sintomi psicologici più di una volta alla settimana (36,5%).
Per quanto riguarda l’Obiettivo 8 ("Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti"), L'Italia si colloca nell’ultimo terzo della classifica (30esimo posto), con l'11,2% dei 15-19enni che non lavora, non studia e non segue un programma di formazione (Neet) e il 9,7% dei minori che vive in famiglie senza lavoro.