Con il Rapporto sull'intervento umanitario 2014, presentato il 21 febbraio scorso, l'Unicef lancia un appello per raccogliere 2,2 miliardi di dollari necessari quest'anno per assicurare aiuti umanitari salvavita a 85 milioni di persone, di cui 59 milioni bambini. Nuove generazioni che devono affrontare guerre, disastri naturali e altre emergenze in 50 Paesi del mondo.
Il rapporto sull'intervento umanitario realizzato dall'Unicef evidenzia le sfide che i bambini devono sostenere quotidianamente nelle crisi umanitarie, il supporto necessario per aiutarli a sopravvivere e i risultati che è possibile raggiungere anche nelle circostanze più difficili.
Nel 2013 l'organizzazione ha conseguito traguardi importanti, descritti nel dettaglio all'interno del rapporto. Ecco qualche esempio: 24,5 milioni di bambini sono stati vaccinati contro il morbillo; 19,9 milioni hanno avuto accesso all'acqua potabile per uso domestico e per l'igiene personale; 2,7 milioni hanno avuto accesso a programmi di istruzione di qualità, formale e informale.
Il volume contiene anche una mappa delle gravi crisi umanitarie che colpiscono i bambini e le loro famiglie nel mondo. Questi i Paesi coinvolti: Mali, Sahel, Haiti, Africa occidentale e centrale, Angola, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Corno d'Africa, Filippine, Repubblica democratica popolare di Corea, Yemen, Afghanistan, Repubblica araba siriana e sub-regione.
Una parte del rapporto è dedicata ai risultati previsti nel 2014. I dati sintetizzano la richiesta globale dell'Unicef per i programmi umanitari, il numero totale di persone e bambini da raggiungere e i risultati attesi.
I fondi raccolti, si legge nel sito della ong, «consentiranno all'Unicef e alle organizzazioni partner di lavorare in maniera sempre più integrata con le comunità, di affrontare i futuri conflitti o disastri naturali rafforzando il sistema di risposta nazionale e sviluppando la resilienza tra i bambini e le comunità. A causa della mancanza di fondi (soprattutto in paesi come Angola, Eritrea, Lesotho e Madagascar), degli ostacoli all'accesso umanitario, dell'insicurezza e di altre circostanze sfavorevoli, in molte situazioni umanitarie le necessità dei bambini attendono ancora di essere soddisfatte». (bg)
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