Bambini ai margini, rapporto IRC Unicef

30/12/2010

Il rischio di emarginazione dei minori svantaggiati rimane alto anche nei paesi europei come il nostro e negli Stati Uniti. Lo rivela il nono Report card del Centro di ricerca Innocenti dell’Unicef, presentato nelle scorse settimane. Il rapporto cerca di misurare il benessere di bambini e ragazzi prendendo in esame benessere materiale, istruzione e salute.

Si intitola Bambini e adolescenti ai margini e presenta una panoramica delle disuguaglianze nel benessere dei bambini in 24 dei paesi più ricchi del mondo, in gran parte europei. Per ciascuna delle dimensioni, è stata individuata una gamma limitata ma significativa di indicatori. Per la dimensione “benessere materiale”, sono stati presi in considerazione reddito, condizioni abitative e possesso di risorse fondamentali per l'istruzione. Per “benessere educativo” capacità di lettura, competenze matematiche e alfabetizzazione scientifica prendendo come punto di riferimento i dati dai test PISA del 2006 che si riferiscono agli studenti di 15 anni di età. Infine, per “benessere nella salute” sono stati analizzati i dati provenienti dagli relativi alla sana alimentazione, all'attività fisica intensa e ai problemi di salute riferiti direttamente dai bambini tratti dallo studio internazionale Health Behaviour in School-aged Children che ha studenti di 11, 13 e 15 anni nei paesi europei e in America del Nord.
 
Dal punto di vista metodologico, per riuscire a inquadrare le disparità esistenti il rapporto non mette a confronto la parte superiore con quella inferiore della distribuzione del benessere, ma compara il divario «tra i bambini nella parte inferiore con quelli che si trovano nella parte mediana»: i bambini più svantaggiati, si legge in una delle schede di sintesi, «vengono confrontati con quel che è considerato "normale" nel loro paese» e « più il divario relativo risulta ampio e maggiore è il rischio per un bambino di venire escluso, e di trovarsi lontano dagli standard di benessere della società in cui vive».
 
Il Report analizza dati derivati da inchieste e che si riferiscono al periodo 2005-2008, quindi soprattutto prima della crisi economica (e «in un periodo di crescita», puntualizzano gli estensori). In chiave generale, la classifica vede in testa un gruppo di quattro paesi (Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Svizzera) in cui prevalgono livelli di diseguaglianza inferiori alla media complessiva dei paesi OCSE, mentre all'estremo opposto, Grecia, Italia e Stati Uniti, «lasciano ancora più indietro i loro bambini».
 
In estrema sintesi, per quanto riguarda il nostro Paese, secondo l’IRC Unicef, l’Italia si situa nei bassifondi delle classifiche relative alle tre dimensioni analizzate. Infatti, nella graduatoria complessiva per il benessere materiale, l'Italia è al ventunesimo posto su ventiquattro paesi, quindi con un  forte livello di disuguaglianza tra i bambini. 
 
Nel campo del benessere educativo, l'Italia è di nuovo al ventunesimo posto della graduatoria, seguita da Francia, Austria e Belgio: tutti paesi con divari più marcati e risultati scolastici complessivi peggiori. I paesi con disuguaglianza più bassa (Finlandia, Irlanda e Canada) hanno livelli di disuguaglianza più bassi, ma anche i risultati complessivi assoluti migliori: «la prestazione di questi paesi – scrivono gli estensori del rapporto - è una palese dimostrazione che una maggiore equità nella parte inferiore della distribuzione non compromette il raggiungimento dell'eccellenza nella parte più performante della popolazione studentesca, in altri termini che non esiste necessariamente un conflitto tra efficienza ed equità».
 
Infine, nell’ambito della salute, i risultati sono meno netti tra i paesi presi in esame. L'Italia complessivamente si colloca al penultimo posto, seguita soltanto dall'Ungheria, paese in cui è più profondo il divario tra il livello mediano degli indicatori e quello più basso. I Paesi Bassi sono al vertice della classifica dell'equità, confermando livelli bassi di disuguaglianza per ogni indicatore. Sono seguiti da Norvegia, Portogallo, Germania e Svizzera. Tra i paesi con disuguaglianza superiore alla media OCSE, insieme ad Italia e Ungheria ci sono Grecia, Spagna e Stati Uniti.
 
Pertanto, conclude il Report Card, nei paesi con disuguaglianze più elevate come l’Italia, la Grecia, gli Usa, i bambini più svantaggiati sono a rischio di esclusione sociale e esclusione dai livelli di benessere normali per il loro paese. «Le politiche economiche e sociali hanno un ruolo importante nel contrastare il rischio di esclusione – conclude il documento - I paesi con i livelli più contenuti di disuguaglianza suggeriscono una misura del successo delle politiche di equità anche se il rapporto mostra che tutti i paesi hanno aree in cui devono migliorare, anche alcuni paesi hanno molto più lavoro da fare di altri». (mf)