Anche gli istituti penali per minori scoppiano: sono 540 i ragazzi tra i 14 e i 18 anni reclusi nelle 18 strutture sul territorio nazionale, mentre 18 mila quelli che invece scontano la pena in comunità, affidati ai servizi sociali o a domicilio. La situazione nel carcere minorile “Beccaria” di Milano e in quello dell'isola di Nisida, nel golfo di Napoli, racconta l'evolversi della “piccola” delinquenza nel nostro paese: aumentano i ragazzi detenuti, in maggioranza italiani e spesso coinvolti in crimini violenti come rapine e furti o legati allo spaccio di stupefacenti.
Sul territorio nazionale dunque la situazione peggiora: se finora i minori detenuti sono 540, nel 2008 erano stati in media 470. E peggiora anche la situazione di sovraffollamento degli istituti di pena per ragazzi, che stanno ospitando circa 100 giovani in più rispetto alla capienza delle strutture. «Stanno cambiando le modalità con cui i minori delinquono – ha spiegato alla stampa Serenella Pesarin, direttore generale per l'attuazione dei provvedimenti giudiziari per i minori del ministero della Giustizia, presentando i dati in occasione della Festa della polizia penitenziaria - sono sempre più violenti e per questo finiscono in istituto».
Questa tendenza si ritrova nei numeri del carcere minorile milanese “Cesare Beccaria”, un istituto considerato d'avanguardia a livello europeo: in questo momento ospita 70 minori (di cui 9 ragazze), ma crescono le esecuzioni di pena: sono al 16,9% rispetto al 9,4% dell'anno scorso. Sui 136 ragazzi entrati dall’inizio del 2009 (nel 2008 erano stati 342 e nel 2007 280), il 48,5% è italiano: una percentuale che si è impennata rispetto al 27% del 2008 e al 17 del 2007. Normalmente provengono dalle zone di periferia, dove, in assenza di punti di riferimento, vengono più facilmente reclutati dalle organizzazioni criminali. Poi i più numerosi sono i romeni e i bulgari (22,8% nel 2009), seguiti da rom e sinti (19,8%), magrebini (11,8%), sudamericani (4,4%) e albanesi (2,9%). Proprio di etnia rom sono le 9 ragazze attualmente recluse, tutte colpevoli di furto.
Il reato più “gettonato” è la rapina (45,5%) in crescita rispetto al passato (33,6% nel 2008), mentre aumentano in maniera preoccupante i tentati omicidi e gli omicidi: dal 3,2% del 2008 al 13,6 del 2009, con un forte coinvolgimento di minori di 16 anni (nel 30% dei casi).
In diminuzione invece i furti (19,7% contro una media 2008 del 33,6%) e le violenze sessuali (1,5% rispetto al 2,1% dello scorso anno e il 4,3% del 2007). Tornano a crescere le estorsioni: 4,5% a metà 2009, contro il 2,9% dello scorso anno e il 5% del 2007.
A Napoli invece sono entrati finora 117 ragazzi (erano stati 176 nel 2008), con una grande maggioranza condannati per spaccio di droga e rapine, rispetto ai reati più diffusi fino a pochi anni fa (scippo, borseggio, oltraggio al patrimonio). I crimini correlati alla droga sono sempre più diffusi: lo attesta anche l'edizione 2008 della Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze, curata dal Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio. Infatti, il 60% degli ingressi nei centri di prima accoglienza per minori è legato al traffico di sostanze e dal 2007 gli ingressi in carcere per reati legati alla droga sono cresciuti del 38%, con una netta prevalenza maschile e una leggera maggioranza di italiani (54,2% del totale). (mf)