Nell’anno scolastico 2018/2019 gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane sono poco più di 284 mila, il 3,3% del totale degli iscritti. Un numero in costante crescita, che è aumentato, negli ultimi dieci anni, di circa 91 mila unità. Lo rivela il rapporto dell’Istat L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Anno scolastico 2018/2019.
Secondo i dati del rapporto sono ancora troppe le barriere fisiche presenti nelle scuole italiane: soltanto una scuola su tre risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria. La situazione appare migliore nel Nord del Paese dove si registrano valori superiori alla media nazionale (38% di scuole a norma), mentre peggiora, raggiungendo i livelli più bassi, nel Mezzogiorno (29%). La regione più virtuosa è la Valle d’Aosta, con il 67% di scuole accessibili; la Campania, invece, si distingue per la più bassa presenza di scuole prive di barriere fisiche (24%).
Nell’anno scolastico 2018/2019 gli alunni con disabilità che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo grado sono poco più di 177 mila, il 3,9% del totale degli alunni.
Il problema più frequente è la disabilità intellettiva, che riguarda il 42% di questi studenti; seguono i disturbi dello sviluppo (26,4%), mentre sono meno diffusi i problemi sensoriali (8%). Il 40% degli alunni con disabilità ha più di un problema di salute; questa condizione è più frequente tra gli alunni con disabilità intellettiva, che vivono una condizione di pluridisabilità nel 51% dei casi.
Altri dati rivelano che gli insegnanti per il sostegno nelle scuole italiane sono quasi 173 mila (fonte Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca). «A livello nazionale il rapporto alunno-insegnante (pari a 1,6 alunni ogni insegnante per il sostegno) – si legge nel rapporto - è migliore di quello previsto dalla Legge 244/2007 che prevede un valore pari a 2. Tuttavia mancano gli insegnanti specializzati e il 36% dei docenti per il sostegno viene selezionato dalle liste curriculari; sono docenti che rispondono ad una domanda di sostegno non soddisfatta, ma non hanno una formazione specifica per supportare al meglio l’alunno con disabilità».