Il Giro d'Italia non è solo sport, agonismo, ciclisti che sprintano, tapponi dolomitici, maglie colorate e spettacolo. Ma al di là dello sport, diventa occasione per scoprire il mondo della solidarietà e saperne di più sui bambini soldato africani, una delle piaghe peggiori lasciate dalle tante guerre civili che martoriano il continente. All'interno del villaggio che segue la carovana rosa, infatti, in un'ideale Giro della solidarietà la onlus Intervita racconta tappa per tappa questa cruda realtà dimenticata e chiede sostegno per le sue attività nella Repubblica democratica del Congo, Africa centrale.
È là, nella regione del Kivu, ai confini col Ruanda, che Colette Kitoga, medico congolese di 55 anni con studi in Italia e Svizzera, coordina dal 1999 il centro “Mater Misericordiae a Bukavu e nelle sedi periferiche di Kamituga e Uvira. È una delle zone nevralgiche dove si è combattuto il conflitto chiamato “prima guerra mondiale africana”: tra il 1998 e il 2003 gli eserciti regolari di sei paesi (Congo, Angola, Namibia, Zimbabwe, Ruanda e Uganda) si scontrarono per il controllo dei giacimenti di diamanti, oro e coltan del Congo orientale. Alle vittime di guerra si sommano quelle per carestie ed epidemie: 3,9 milioni, il conflitto più sanguinoso dopo la seconda guerra mondiale, secondo le stime pubblicate sulla rivista medica Lancet. A queste si aggiungano almeno 3 milioni di sfollati: una vera apocalisse, consumatasi nella quasi totale indifferenza dei media occidentali.
«Inizialmente mi occupavo di neonati orfani – racconta Kitoga nel 2008 agli studenti universitari di Roma –. Poi, con lo scoppio della guerra ho cominciato a prendermi cura anche di bambini vittime di guerra, in particolare di quelli abbandonati da donne che avevano subito violenza». A Kamituga, oltre a fornire assistenza medica e aiuto alla popolazione, il centro ospita 400 tra orfani di guerra, bambini ex soldato, bambine e ragazzine usate come schiave sessuali dai militari e bambini nati dagli stupri etnici. Per favorire il loro ritorno a una vita normale, Colette Kitoga sta sperimentando con successo l'affido a famiglie della stessa etnia in zone lontane da quelle di guerra. La campagna di Intervita si rivolge a queste vittime della guerra e agli altri 2500 bambini e bambine della Repubblica democratica del Congo cui garantisce cibo, cure mediche e istruzione per costruirsi un futuro diverso.
Informazione e sostegno, dunque: fino al 31 maggio, giorno conclusivo del Giro d'Italia, un box informativo di Intervita racconterà le condizioni in cui vivono i bambini del sud del mondo e l'importanza di assicurare loro acqua, cibo, salute e istruzione. In più, l'associazione ha attivato un numero a cui mandare sms solidali: scrivendo al numero 48589, infatti, si contribuirà con 1 euro (se inviato da Tim, Vodafone, Wind e Tre) o 2 euro (se si usa la rete telefonica fissa) per sostenere le attività di Intervita in Africa. Il 17 maggio, poi, quando i corridori godono di una giornata di riposo, Intervita organizza una giornata dedicata a piccoli e adulti nel centro di cultura missionaria di via Bianchi 94, a Milano: dalle 10, laboratori su musica e biciclette e spettacoli di marionette.
Oltre a Intervita, la carovana del 100mo Giro d'Italia ospita altre onlus impegnate nella solidarietà: solo per citarne alcune, la fondazione di Lance Armstrong, la Lega del filo d'oro, l'Associazione per il bambino in ospedale, Fiaba, la fondazione Ivo De Carneri e la Coalizione italiana contro la povertà. (mf)