L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha inviato una nota in tema di diritti dei minorenni fuori famiglia a Parlamento, Governo, Regioni, Comuni, al Consiglio superiore della Magistratura, agli Ordini professionali di avvocati, assistenti sociali, psicologi e giornalisti.
La nota contiene raccomandazioni sul sistema di tutela dei minori e in particolare, indicazioni sulla riforma del procedimento in materia di responsabilità genitoriale, che viene dettagliato in tutti i passaggi procedurali secondo i principi del giusto processo. Tra di essi la necessità di disciplinare la fase di indagine del pm, quella di assicurare il contraddittorio tra le parti, l’introduzione del curatore e dell’avvocato del minorenne, la convalida degli allontanamenti d’urgenza, l’impugnabilità dei provvedimenti anche se provvisori, termini certi e celeri, la trasparenza nell’individuazione della famiglia affidataria o della struttura di accoglienza. E ancora: controlli capillari sulle condizioni dei minorenni fuori famiglia, l’introduzione di un regime di incompatibilità per i magistrati onorari e la differenziazione tra soggetti che svolgono compiti valutativi, esecutivi e di controllo.
L’Autorità garante sollecita l’istituzione di un sistema informativo sui minorenni privi di un ambiente familiare per monitorare il numero e le caratteristiche dei bambini fuori famiglia, le tipologie, i tempi e le modalità di uscita del percorso di accoglienza.
La nota interviene sulla necessità di salvaguardare la funzione pubblica della tutela dei minorenni e di garantire la continuità degli interventi e sul coordinamento tra i diversi livelli di amministrazione coinvolti. Evidenziata anche la necessità che le Regioni recepiscano e attuino le linee di indirizzo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’affidamento familiare (2012), per l’accoglienza nei servizi residenziali per minorenni (2017) e per l’intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità (2017).
Il richiamo ai giornalisti è invece al rispetto delle prescrizioni deontologiche della Carta di Treviso a proposito dell’anonimato dei minorenni coinvolti in procedimenti di affido.
“Il documento vuol rispondere all’esigenza di dare uno sguardo complessivo – spiega la Garante Filomena Albano - Parlare di volta in volta solo di un aspetto della tutela, come ad esempio solo di comunità o di affidi oppure di allontanamento o, ancora, parlare solo di talune figure come psicologi, assistenti sociali o magistrati, rischia di dare una visione parziale che potrebbe rivelarsi controproducente”.
A guidare l’attività di analisi e di proposta dell’Autorità i principi della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della quale quest’anno si celebrano i 30 anni: il diritto dei bambini e dei ragazzi a crescere nella famiglia di origine e quello a essere protetti da ogni forma di violenza: “In tutti quei casi in cui tali diritti appaiono risultare in conflitto l’equilibrio deve essere dato da procedure chiare, trasparenti e uniformi”, esorta Albano.
La nota è l’esito di un lavoro di approfondimento dell’Autorità garante sul sistema della tutela minorile e sui procedimenti in materia di responsabilità genitoriale in Italia, condotto anche attraverso consultazioni con istituzioni, Csm, magistrati, ordini professionali, Anci, associazioni e ragazzi neomaggiorenni che hanno vissuto l’esperienza fuori famiglia.