"30 anni di adozione", convegno a Roma

28/10/2010

I cambiamenti dell'adozione internazionale negli ultimi trent'anni e le prospettive future: è il tema del convegno 30 anni di adozione, che si terrà a Roma il prossimo 4 novembre. Organizzato da Cifa onlus per il trentennale della sua fondazione, ripercorrerà le tappe fondamentali dell'istituto, aprendo un confronto con politici ed esperti. L'incontro si propone, infatti, come giornata di riflessione sui tanti aspetti che riguardano l'adozione internazionale: politici, rappresentanti di istituzioni e associazioni analizzeranno, fra i vari temi, l'evoluzione normativa dell'istituto e i cambiamenti del ruolo delle famiglie, degli enti e degli altri soggetti coinvolti. «30 anni di adozione - spiega Gianfranco Arnoletti, presidente di Cifa onlus – vuol essere un'occasione per fare il punto sui cambiamenti, ma anche uno spazio di confronto per delineare prospettive e strategie per il futuro. Occorre prendere atto delle profonde trasformazioni che hanno investito sia la famiglia naturale sia quella che adotta e, di conseguenza, adeguare la normativa e semplificare alcuni passaggi». Al convegno - moderato da Danila Bonito, inviata del Tg1 – interverranno, fra gli altri: Arnoletti; Alessandra Mussolini, presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia; Daniela Bacchetta, vicepresidente della Commissione per le adozioni internazionali e Melita Cavallo, presidente del Tribunale per i minorenni di Roma. Nel corso dell'incontro sarà proiettato lo speciale Tv7 realizzato da Bonito I bambini della Cambogia. Il servizio illustra la situazione dell'infanzia nel paese asiatico e i mezzi con cui Cifa onlus tutela i diritti dei bambini: adozione internazionale, sostegno a distanza e progetti di cooperazione allo sviluppo. Via del campo, uno di questi progetti, ha previsto l'apertura di un centro di accoglienza per bambini nella città di Sihanoukville, in un quartiere molto degradato in cui l'attività principale è la prostituzione. Ai piccoli ospiti vengono garantiti sostegno alimentare e medico, programmi di educazione alternativa e attività ludiche e ricreative. L'iniziativa – il cui nome è ispirato alla nota canzone di Fabrizio De Andrè per testimoniare la drammatica situazione vissuta dai bambini e dai ragazzi del quartiere - prevede anche un programma di promozione dei diritti delle donne e dei minori. (bg)