25 anni di progressi per l'infanzia

25 anni di progressi per l'infanzia e l'adolescenza è il titolo del nuovo rapporto dell'Unicef, presentato il 12 novembre scorso a Roma, pochi giorni prima della Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza 2014 che si celebra domani in tutto il mondo, venticinquesimo anniversario dell'approvazione della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo.

Il rapporto analizza i principali traguardi raggiunti in questo quarto di secolo, grazie anche alle azioni e alle politiche sollecitate dalla Convenzione, in vari ambiti: mortalità infantile, istruzione, vaccinazione, salute materna, Aids, mutilazioni genitali femminili, registrazioni alla nascita e migrazioni, lavoro minorile, povertà.

Si riportano, di seguito, alcuni dati contenuti nel volume.

Dal 1990 il tasso di mortalità infantile sotto i cinque anni è stato quasi dimezzato, passando dai 12,6 milioni di decessi annui del 1990 ai 6,3 milioni del 2013. Polmonite (seppure in netto calo in questi ultimi anni), diarrea e malaria restano le principali cause di morte, mentre quasi la metà di tutti i decessi sotto i cinque anni ha come concausa la malnutrizione.

I dati sull'istruzione rivelano che tra il 1990 e il 2012 il numero di bambini privi di accesso alla scuola primaria è diminuito di oltre il 40 per cento, scendendo da oltre 100 nel 1990 a 57 milioni nel 2011, e che l'iscrizione alla scuola materna è passata dal 27 per cento del 1990 al 54 per cento del 2012. Molti Paesi devono ancora raggiungere il traguardo dell'istruzione secondaria universale.

Ogni anno oltre 100 milioni di bambini vengono vaccinati. Ciononostante, ancora il 20 per cento della popolazione infantile mondiale - quella più povera - non riceve regolari vaccinazioni pediatriche. Dal 1988 i casi di polio nel mondo sono diminuiti di oltre il 99 per cento.

I dati sull'Aids svelano che le infezioni nei bambini sotto i 14 anni si sono ridotte di oltre la metà, mentre sul tema della salute materna il volume ci dice che rispetto al 1990 i decessi connessi alla gravidanza o al parto sono diminuiti di circa il 45 per cento.

Il rapporto, inoltre, registra un importante movimento a livello globale contro le mutilazioni genitali femminili: circa 10.000 comunità locali e 8 milioni di persone in 15 Stati hanno dichiarato la propria volontà di abbandonare questa pratica cruenta.

Tra il 2000 e il 2010 il tasso di registrazione alla nascita è aumentato dal 58 al 65 per cento, ma circa 230 milioni di bambini sotto i 5 anni non sono stati registrati.

Dal 2000 ad oggi il numero di minori che lavorano è diminuito di circa un terzo, ma il fenomeno coinvolge ancora molti bambini e ragazzi (168 milioni in tutto il mondo).

La quota della popolazione mondiale che vive con meno di 1,25 dollari al giorno si è ridotta dal 47 per cento del 1990 al 20 per cento del 2010. La povertà colpisce soprattutto i bambini, creando un ambiente che non ne favorisce il sano sviluppo e mina le loro opportunità di vita. Circa la metà (47 per cento) delle persone che vive in condizioni di povertà estrema nel mondo ha meno di 18 anni.

Il rapporto è articolato in tre parti: la prima è dedicata alla Convenzione Onu del 1989, la seconda si concentra sui progressi internazionali, sulla dimensione europea, sui progressi nazionali e sul contributo dell'Unicef Italia, e la terza, infine, riporta i contributi del ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, della presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza Michela Vittoria Brambilla, dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza Vincenzo Spadafora, e di altri rappresentanti istituzionali. (bg)