
La mediazione familiare entra in gioco quando il conflitto tra coniugi non si è ancora sviluppato o non è cresciuto in modo insanabile. Si tratta di uno strumento di aiuto importante - volontario, consapevole e supportato da mediatori specializzati e competenti -, che cerca di comporre un nuovo equilibrio psico-emotivo successivo alla rottura della coppia e può produrre effetti positivi anche sulla condizione dei minorenni coinvolti nella separazione dei genitori. Al tema è dedicato il nuovo documento di studio e di proposta dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) La mediazione familiare in Italia.
La pubblicazione, redatta da una commissione nominata dall’Authority, delinea un quadro della mediazione familiare in Italia da cui emergono luci e ombre. «Tra le luci – si legge nell’introduzione - devono essere evidenziate le numerose best practice rilevate sul territorio nazionale, con la presenza di sportelli informativi sulla mediazione familiare o di veri e propri servizi di mediazione familiare offerti all’utenza. Tra le ombre ci sono la diffusione della mediazione familiare a geometria variabile, secondo una casualità spesso rimessa a iniziative locali stimolate da singoli (magistrati, mediatori, avvocati, operatori dei servizi), oltre alla mancanza di puntuali rilevazioni statistiche per verificare la diffusione e gli esiti dei percorsi di mediazione».
Il lavoro di ricognizione è stato alla base dell’elaborazione di alcune raccomandazioni, indirizzate agli interlocutori istituzionali competenti e mirate, fra l’altro, «a raccordare le prassi rilevate e a fornire linee guida per l’attuazione delle recenti norme, anche sovranazionali, in tema di mediazione familiare e, non da ultimo, a chiedere al legislatore eventuali modifiche normative ritenute opportune».
Al legislatore l’Agia raccomanda, fra le altre cose, di prevedere un sostegno economico per usufruire del servizio e la possibilità di accesso al patrocinio a spese dello Stato per l’onorario del mediatore. Al Ministero della giustizia l’Authority chiede di sviluppare linee guida nazionali, di sensibilizzare i tribunali rispetto al ricorso alla mediazione e all’istituzione degli elenchi dei mediatori familiari e di incentivare la creazione di sportelli informativi all’interno dei tribunali. Altre raccomandazioni, rivolte al Ministero delle imprese e del made in Italy, riguardano la modifica e la revisione del Regolamento sulla disciplina professionale del mediatore familiare.
Si può consultare il documento sul sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
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