Appello Cnop per ribadire il ruolo di psicoterapeuti e psicologi nelle comunità terapeutiche

immagine di ragazza sola intenta a riflettere per evocare il tema della tutela della salute mentale di giovani e adolescenti al centro dell'appello lanciato dalla Consulta nazionale società scientifiche del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi per ribadire il ruolo fondamentale degli psicoterapeuti e degli psicologi all’interno delle comunità terapeutiche

La comunità terapeutica - struttura intermedia tra il trattamento ambulatoriale e l’ospedale - accoglie pazienti preferibilmente giovani che non hanno bisogno di trattamenti in regime di ricovero ospedaliero e hanno invece la necessità di intraprendere un percorso terapeutico e riabilitativo attraverso una presa in carico residenziale e un periodo di separazione dal contesto di vita abituale. Per raggiungere le sue finalità si avvale di un trattamento complesso multifattoriale e multidisciplinare di tipo evolutivo e trasformativo.

Purtroppo la maggior parte delle normative regionali prevede la presenza, in questo tipo di strutture, di figure infermieristiche e parainfermieristiche in numero sproporzionato rispetto ad altri professionisti competenti e con una particolare attitudine alla riflessione e alla clinica e non solo a una generica accoglienza: nella maggior parte dei casi, infatti, non è contemplato in organico lo psicoterapeuta ed è presente solo in minima parte lo psicologo.

Parte da questa premessa l’appello lanciato dalla Consulta nazionale società scientifiche del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop) per ribadire il ruolo fondamentale degli psicoterapeuti e degli psicologi all’interno delle comunità terapeutiche. Un ruolo che deve essere valorizzato, considerando la delicatezza degli interventi a favore dei pazienti accolti in queste strutture.

Il documento nasce dalla sintesi del lavoro svolto dalla Consulta, che ha istituito un gruppo tecnico sul tema delle comunità terapeutiche residenziali con vari obiettivi, fra i quali: ribadire il ruolo terapeutico della residenzialità di queste comunità, affrancandosi da un modello assistenziale e ospedaliero; incidere sulle scelte che riguardano la programmazione dei servizi a livello di politica sanitaria con proposte di modifica delle normative regionali vigenti; svolgere un’opera di sensibilizzazione culturale e di approccio alla tutela della salute mentale lontano da logiche meramente assistenziali.

La Consulta si rivolge a tutta la società, a partire da chi ha responsabilità specifiche, affinché i principi che hanno animato l’origine delle comunità terapeutiche continuino ad essere affermati e venga fermata la tendenza a marginalizzare il modello psicoterapeutico. Nel documento si sottolinea, fra l’altro, la scarsità di comunità terapeutiche per minorenni, distribuite sul territorio in maniera disomogenea.

Per aderire all’appello – disponibile in calce a questa notizia – occorre inviare una email all’indirizzo di posta elettronica formazione@psy.it, specificando la società o associazione di appartenenza e il nominativo del presidente.

Sul sito del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, nella pagina dedicata, è pubblicata l’analisi sulle comunità terapeutiche realizzata dal Gruppo tecnico di lavoro “Comunità Terapeutiche Residenziali”.

Altri materiali e notizie si trovano su questo sito alle tematiche Servizi sanitari e Disturbi psichici, raggiungibili dal menù di navigazione “Temi”.