Esperienze e benessere dei minorenni in fuga dall’Ucraina, rapporto Save the Children

13/01/2023 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:
cover del rapporto Save the Children Questa è la mia vita e non voglio sprecarne un anno: le esperienze e il benessere dei minori in fuga dall’Ucraina

Più di un adolescente ucraino su due tra quelli che hanno lasciato il proprio Paese a causa della guerra per rifugiarsi in altri Stati europei si sente ansioso o preoccupato per il futuro. Il rapporto di Save the Children Questa è la mia vita e non voglio sprecarne un anno: le esperienze e il benessere dei minori in fuga dall’Ucraina presenta i risultati di una ricerca sulla salute mentale degli under 18 rifugiati ucraini condotta in otto Paesi europei: Finlandia, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania e Svezia.

L’indagine - basata su sondaggi, focus group e discussioni - ha coinvolto oltre mille minorenni di età superiore ai 12 anni e i loro caregiver, sfollati dall’Ucraina dal febbraio 2022.

Dalla ricerca emerge che i bambini e i ragazzi rifugiati che hanno frequentato la scuola hanno meno probabilità di sentirsi soli, ma i tassi di iscrizione scolastica per gli adolescenti fuggiti dalla guerra in Ucraina rimangono bassi in Europa. Circa un terzo non ha frequentato la scuola prima delle vacanze estive e un quarto non aveva intenzione di iscriversi a un istituto locale nell’anno scolastico 2022/2023.

Più della metà dei bambini e adolescenti intervistati crede che la propria situazione potrebbe migliorare grazie alla presenza di amici della comunità ospitante (57%), all’opportunità di praticare sport o hobby (56%) e all’apprendimento della lingua locale (54%). Il rapporto evidenzia che la lingua è un chiaro ostacolo alla creazione di amicizie locali.

Per quanto riguarda il nostro Paese, le risposte di bambini e ragazzi mettono in luce tre grandi temi: gli ostacoli all’integrazione, l’impatto psicologico ed emotivo dello spostamento sui figli, cosa i più giovani vedono come necessario per sentirsi a casa.

Gli adulti trovano ostacoli soprattutto nell’accesso al lavoro e alle cure mediche. Molti di loro ritengono che i figli siano più tristi di prima; oltre il 70% pensa che, per sentirsi a casa, occorra imparare la lingua del Paese che li ospita; per oltre la metà, infine, è fondamentale trovare un lavoro e che i figli frequentino la scuola.

I ragazzi che hanno risposto al questionario dichiarano di aver sperimentato nell’ultimo mese irrequietezza e momenti di rabbia, e, oltre un terzo, preoccupazione per il futuro e solitudine. Pensano anche che, per sentirsi a casa, occorra imparare la lingua, avere degli amici, essere a scuola con altri studenti, avere l’opportunità di giocare e fare sport.

Il rapporto è disponibile sul sito di Save the Children, nella sezione “Pubblicazioni”.

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