Gran parte dei progressi compiuti in Libano per il raggiungimento dei diritti fondamentali dei bambini - tra cui il diritto alla salute, all’istruzione, alla protezione, al gioco e allo svago – è stata erosa dalla crisi economica e dall’impatto della pandemia da Covid-19. Il rapporto dell’Unicef Deprived Childhoods. Child poverty in crisis-wracked Lebanon mostra come tre anni di crisi devastante nel Paese asiatico abbiano fatto sprofondare i bambini nella povertà, colpendo la loro salute, il loro benessere e la loro istruzione, infrangendo le loro speranze e distruggendo le relazioni familiari.
Secondo i dati della pubblicazione, l’84% delle famiglie non aveva abbastanza denaro per coprire le necessità, il 38% ha ridotto le spese per l’istruzione rispetto al 26% dell’aprile 2021, il 60% ha ridotto le spese per le cure sanitarie rispetto al 42% dell’aprile 2021, mentre il 70% è costretto a chiedere un prestito per il cibo o ad acquistare alimenti a credito. Il 36% delle persone che si occupano dei bambini, inoltre, si sente meno tollerante nei loro confronti e li tratta con maggiore severità.
L’impennata dei prezzi e la disoccupazione diffusa hanno fatto scivolare migliaia di famiglie in povertà multidimensionale - un concetto che considera un’ampia gamma di privazioni -, compromettendo gravemente la loro capacità di provvedere ai bisogni primari dei figli.
Il rapporto rivela che i bambini sono consapevoli dell’effetto che la crisi sta avendo sulle loro vite e sul Paese; molti non sognano più un futuro migliore in Libano e credono che l’emigrazione sia la loro unica speranza.
«La combinazione di molteplici privazioni, l’esposizione prolungata al duro impatto della crisi economica e la perdita di speranza – si legge nel sito dell’Unicef - stanno incidendo pesantemente sulla salute mentale dei bambini che, nella maggior parte dei casi, non possono accedere alle cure di cui hanno bisogno. Allo stesso tempo, i bambini si sentono delusi e perdono fiducia nei loro genitori perché non riescono a soddisfare i loro bisogni primari, il che a sua volta aumenta le tensioni all’interno del nucleo familiare. Poiché i bambini sono sempre più spesso mandati a lavorare in Libano e gli adulti diventano disoccupati, il tradizionale rapporto genitori-figli si sta distruggendo. Le crescenti tensioni - ulteriormente alimentate dalla polarizzazione tra le comunità e al loro interno - hanno portato a un aumento della violenza, anche nelle case e nelle scuole. Ciò significa che molte strade e quartieri non sono più sicuri, limitando ulteriormente il diritto dei bambini a giocare. Le bambine sono le più colpite e sempre più spesso non possono uscire di casa per paura di subire molestie».
Il rapporto è disponibile sul sito dell’Unicef, nella notizia dedicata.
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