Bambini in zone di conflitto, rapporto Save the Children

24/12/2021 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

È dedicato ai bambini e agli adolescenti che vivono in aree di conflitto il nuovo rapporto di Save the Children Stop the War on Children. A Crisis of Recruitment, una fotografia delle condizioni drammatiche dei minorenni in guerra che raccoglie, oltre ai dati, anche le loro storie.

Secondo quanto evidenziato dal rapporto, sono oltre 450 milioni (uno su 6) i bambini che vivono in zone di conflitto; tra questi circa 200 milioni abitano nelle 13 aree di conflitto più letali al mondo. La cifra più alta degli ultimi dieci anni (appena dopo i 208 milioni raggiunti nel 2008), aumentata di circa il 20% rispetto ai 162 milioni dell’anno precedente in parte a causa delle violenze scoppiate in Mozambico e ai conflitti in corso in Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria e Yemen, paesi già gravemente colpiti dalle conseguenze della crisi climatica e con livelli di crisi alimentare potenzialmente letali.

Altri dati rivelano che i bambini a rischio di reclutamento delle forze armate sono 337 milioni, un totale tre volte superiore rispetto a tre decenni fa. «Il Covid-19 – si legge nel sito di Save the Children - ha contribuito ad aggravare questo fenomeno: durante la pandemia il numero di gruppi armati che reclutano minori è salito a 110, rispetto agli 85 del 2019, e nel 2020 sono stati quasi 8600 i casi di reclutamento e impiego di bambini - circa 25 al giorno - un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. La pandemia ha inoltre peggiorato le condizioni di povertà e ridotto le possibilità di frequentare la scuola, rendendo i minori più vulnerabili».

I bambini e gli adolescenti reclutati da gruppi e forze armate corrono rischi gravissimi: lesioni, disabilità, malattie croniche fisiche o mentali, disturbi da stress post-traumatico, violenze sessuali e morte.

«L’Organizzazione esorta i leader mondiali, gli esperti di sicurezza, i donatori, i membri delle Nazioni Unite e le ONG a collaborare affinché gli autori di queste violazioni siano ritenuti responsabili e per garantire che tutte le politiche e i relativi quadri giuridici siano ratificati e attuati e che donatori e governi diano la priorità ai finanziamenti per la protezione dell'infanzia nelle risposte umanitarie, oggi ai minimi storici, per sostenere i bambini colpiti dal conflitto e i minori reclutati».

Il rapporto è disponibile sul sito di Save the Children, nella sezione “Pubblicazioni”.

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