Chiusura delle scuole a causa del Covid-19, indagine Unesco-Unicef-Banca Mondiale-Oecd

20/07/2021 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Un paese su tre in cui le scuole sono state chiuse, nel mondo, non sta attivando i programmi di recupero dopo la chiusura per il Covid-19. Solo un terzo dei paesi, inoltre, sta iniziando a valutare le perdite nei livelli di istruzione primaria e secondaria. È quanto emerge dall’indagine globale What’s next? Lessons on Education Recovery: Findings from a Survey of Ministries of Education amid the Covid-19 Pandemic, realizzata da Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura), Unicef, Banca Mondiale e Oecd (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).

Secondo i dati della ricerca, in meno di un terzo di paesi a basso e medio reddito tutti gli studenti sono tornati a scuola di persona; tuttavia, nella maggior parte dei paesi è stata utilizzata almeno una forma di sostegno per incoraggiare il ritorno a scuola degli studenti, come il coinvolgimento della comunità, il monitoraggio scolastico, il cambiamento dei servizi idrici, sanitari e igienici, gli incentivi finanziari e la revisione delle politiche di accesso.

Lo studio rivela che nel 2020 le scuole di tutto il mondo sono state completamente chiuse in tutti e quattro i livelli di istruzione per una media di 79 giorni di insegnamento (circa il 40% del totale dei giorni di istruzione nella media dei paesi dell’Ocse e del G20). «Le cifre – si spiega nella presentazione pubblicata sul sito dell’Unicef - variavano da 53 giorni nei paesi ad alto reddito a 115 giorni nei paesi a reddito medio-basso. L’indagine documenta come i paesi stiano monitorando e mitigando le perdite dell’istruzione, affrontando le sfide per la riapertura delle scuole e promuovendo strategie di apprendimento a distanza. In totale, 142 paesi hanno risposto all’indagine che copre il periodo tra febbraio e maggio 2021 e varia dalla scuola pre-primaria, primaria, secondaria inferiore e superiore».

Altri dati mostrano che molti paesi hanno intrapreso diverse azioni per garantire l’apprendimento da remoto: le trasmissioni radio e tv sono state più utilizzate nei paesi a basso reddito, mentre i paesi ad alto reddito hanno fornito piattaforme di apprendimento da remoto. «Tuttavia, in oltre un terzo dei paesi a basso e medio reddito meno della metà degli studenti della scuola primaria è stato raggiunto».

L’indagine sottolinea l’importanza della riapertura delle scuole, di programmi di recupero e di sistemi di apprendimento da remoto più efficaci che possano resistere meglio a crisi future e raggiungere tutti gli studenti.

La ricerca è disponibile sul sito dell’Unicef, nella notizia dedicata.