Perché il rischio povertà per le famiglie con figli è ancora una priorità è il nuovo report dell’Osservatorio sulla povertà educativa #Conibambini.
«Nel 2019 – si legge nella pubblicazione - sono stati stimati 1 milione e 674mila nuclei familiari in povertà assoluta. Si tratta delle famiglie che non possono permettersi l’insieme dei beni e servizi che, nel contesto italiano, sono considerati essenziali per mantenere uno standard di vita minimamente accettabile».
Il dato è in calo rispetto al biennio precedente ma è ancora elevato rispetto alla serie storica: «pur nel miglioramento, il numero di famiglie assolutamente povere è circa il doppio rispetto al 2005, quando erano 819mila nuclei a trovarsi in questa condizione».
Secondo quanto evidenziato dal report, la povertà assoluta cresce in modo significativo all’aumentare del numero dei figli. Tra le coppie senza figli il dato è al di sotto della media (3,6% nel 2019), mentre tra quelle con un figlio è sostanzialmente in linea (6,5%), con un significativo miglioramento rispetto all’anno precedente. Ma anche all’interno di un miglioramento complessivo, la povertà tra i nuclei con due figli resta ampiamente sopra la media (10,6%) e tra quelle con tre o più figli la quota supera addirittura il 20%.
«Questi dati – si spiega nel report - fotografano la situazione prima dell’emergenza di quest’anno. Una crisi di cui si temono anche gli effetti sul lavoro e quindi anche sulla condizione delle famiglie. Valutazioni sull’impatto sociale saranno possibili soprattutto in relazione all’andamento dell’economia nel prossimo anno. Ma l’ultima rilevazione sui livelli di povertà assoluta offre già alcuni spunti di riflessione. In particolare, per l’incidenza della povertà nelle famiglie con bambini in base alla condizione professionale della persona di riferimento del nucleo».
Se la persona di riferimento ha un’occupazione, la percentuale di famiglie con figli in povertà assoluta è del 7,1%. Il dato è inferiore rispetto alla media delle famiglie con almeno un minorenne (9,7%), ma è più alto della media nazionale (6,4%).
La situazione cambia in base alla condizione professionale: nell’insieme composito che comprende dirigenti, quadri e impiegati l’incidenza è molto più bassa (1,8%), mentre supera il 12% tra le famiglie con figli dove il genitore è operaio o svolge professioni assimilate.
La percentuale delle famiglie con figli in povertà assoluta sale al 29,2% se la persona di riferimento cerca lavoro: «la persona di riferimento disoccupata, unita alla presenza di bambini in famiglia, significa una condizione di forte deprivazione economica e sociale. L’andamento dell’economia nei prossimi mesi dovrà essere letto anche alla luce di questi dati. Si tratta di un fronte cruciale per il contrasto della povertà tra le famiglie».
Il report è disponibile online sul sito della Fondazione Openpolis.