L’Unicef ha lanciato un nuovo progetto per garantire ai bambini rifugiati e migranti e alle loro famiglie l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità e a un’informazione accurata sulla salute.
«I bambini rifugiati e migranti e le loro famiglie – si legge nel sito dell’Unicef - corrono spesso maggiori rischi per la salute e devono affrontare una serie di ostacoli per accedere a un’assistenza sanitaria di qualità. Molti bambini e famiglie vivono anche con gravi difficoltà emotive dovute al trauma del fuggire da casa, intraprendere viaggi pericolosi e subire abusi e sfruttamento, compresa la violenza sessuale e di genere. La pandemia globale di Covid-19 aggrava ulteriormente queste sfide sanitarie».
RM Child-Health, questo il titolo del progetto, aiuterà a migliorare la salute dei minorenni rifugiati e migranti aumentando il loro accesso alle vaccinazioni salvavita, al supporto alla salute mentale e psicosociale, alle attività di prevenzione e risposta alla violenza di genere, nonché all’assistenza sanitaria materna e neonatale e al supporto nutrizionale.
L’iniziativa prevede, fra l’altro, la creazione e la condivisione di materiali informativi sui rischi e i servizi legati alla salute disponibili per le popolazioni rifugiate e migranti, oltre al coinvolgimento di interpreti medici e mediatori culturali per sostenere la comunicazione tra i bambini, le famiglie e gli operatori sanitari.
RM Child-Health sosterrà anche programmi di formazione in modo che gli operatori sanitari in prima linea possano rispondere meglio alle esigenze specifiche dei bambini rifugiati e migranti e delle loro famiglie.
Parallelamente le autorità sanitarie nazionali beneficeranno di un supporto tecnico per sviluppare, aggiornare e migliorare l’attuazione delle politiche sanitarie e affrontare gli ostacoli nei sistemi sanitari nazionali che attualmente impediscono a questi bambini di accedere ai servizi.
Il progetto è finanziato dall’Unione europea nell’ambito del Programma dell’Ue per la Salute.