S’intitola Il diritto all’ascolto delle persone di minore età in sede giurisdizionale la nuova pubblicazione realizzata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti.
Il volume riporta gli esiti di un’indagine sulle modalità adottate sul territorio nazionale dai tribunali per i minorenni, dai tribunali ordinari e dalle relative procure della Repubblica per dare attuazione al diritto all’ascolto dei minorenni in sede giurisdizionale, sancito dall’articolo 12 della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
L’ascolto delle persone di minore età in sede giurisdizionale è un diritto disciplinato anche nell’ordinamento italiano, ma la legge non ne regolamenta nel dettaglio le modalità. Per questo si sono consolidate una serie di prassi nell’ascolto dei minorenni all’interno degli uffici giudiziari. «La non omogeneità di tali prassi - spiega la Garante Filomena Albano - ha così fatto emergere la necessità di scattare una fotografia sulle modalità operative del diritto all’ascolto sul territorio nazionale».
La ricerca, che ha coinvolto i 29 tribunali per i minorenni italiani e le relative procure e un campione di 22 tra tribunali ordinari e procure della Repubblica, si sofferma su vari aspetti: i procedimenti; la valutazione delle capacità di discernimento del minorenne; le motivazioni dei provvedimenti; l’informazione data ai minori di età; le nomine di curatori speciali; l’ascolto diretto e indiretto; l’omesso ascolto; le audizioni protette. Sono stati raccolti protocolli e linee guida stipulati tra tribunali e altri soggetti coinvolti.
Dall’indagine emerge che l’ascolto è un diritto generalmente garantito e che per la sua attuazione si tiene in particolare conto la capacità di discernimento del minorenne e la necessità di fare il possibile per salvaguardare il suo equilibrio psichico, nonostante manchino spesso stanze adibite all’ascolto e, nei tribunali ordinari, il giudice che procede all’ascolto raramente possieda competenze specifiche. La ricerca evidenzia inoltre una mancanza di unitarietà a livello di modalità operative nei vari tribunali che crea maggiore incertezza e lascia spazio alla discrezionalità di chi si trova ad operare in un settore così delicato.
La pubblicazione è disponibile online sul sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, nella notizia dedicata.