Dall’approvazione della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo, avvenuta nel 1989, sono stati raggiunti traguardi importanti per tutti i bambini del mondo, ma ci sono nuove sfide globali da affrontare per i minorenni più poveri. È quanto emerge dal rapporto dell’Unicef Ogni Diritto per Ogni Bambino - La Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza a un punto di svolta.
Il rapporto evidenzia i grandi passi avanti fatti negli ultimi trent’anni: il tasso globale di mortalità tra i bambini sotto i 5 anni è diminuito di circa il 60%; il numero di minorenni in età da primaria che non vanno a scuola è sceso da 18 a 8%; i principi cardine della Convenzione Onu del 1989 (non discriminazione, superiore interesse del minore, diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, diritto alla protezione) hanno influenzato in tutto il mondo Costituzioni e leggi nazionali, politiche sociali e pratiche.
«Tuttavia – si legge nella presentazione -, questi progressi non sono stati realizzati in modo omogeneo». Fra le criticità messe in luce dal rapporto ci sono le gravi violazioni contro bambini e ragazzi nel corso di conflitti armati, quasi triplicate dal 2010 a oggi, il rischio di contrarre malattie per non aver ricevuto le vaccinazioni di routine, a cui sono esposti quasi 20 milioni di minorenni, la piaga della mortalità infantile (ogni giorno nel mondo muoiono in media 15.000 bambini sotto i 5 anni).
Il volume si sofferma anche sulle vecchie e nuove minacce che colpiscono gli under 18, in tutto il mondo, come la povertà, la discriminazione, l’esclusione sociale, la crisi climatica e il rallentamento nei tassi di copertura vaccinale.