"Le equilibriste: la maternità in Italia", rapporto Save the children

16/05/2018 Tipo di risorsa: Temi: Titoli:

Donne che decidono di avere figli in età più avanzata e rinunciano sempre più spesso alla carriera quando si tratta di dover scegliere tra lavoro e impegni familiari. È il ritratto delle madri italiane che emerge dal rapporto di Save the children Le equilibriste: la maternità in Italia. La ricerca include l’Indice delle Madri (elaborato dall’Istat per Save the children), che misura, attraverso 11 indicatori, la condizione delle mamme rispetto alle tre diverse dimensioni della cura, del lavoro e dei servizi.
I dati del rapporto mettono in luce notevoli differenze tra le regioni del Nord, sempre più virtuose a parte poche eccezioni, e quelle del Sud, troppo spesso carenti di servizi e di sostegno alla maternità. In linea di massima, però, l’indagine sottolinea un peggioramento generale dell’Italia per quanto riguarda l’accoglienza dei nuovi nati e il sostegno alle loro mamme.
Al primo e secondo posto ci sono le Province autonome di Bolzano e Trento, seguite da Valle D’Aosta (3° posto), Emilia-Romagna (4°), Friuli-Venezia Giulia (5°) e Piemonte (6°). Bolzano e Trento non solo conservano negli anni il primato, ma registrano miglioramenti. Tra le regioni del Mezzogiorno fanalino di coda della classifica, la Campania risulta peggiore regione “mother friendly” e perde due posizioni rispetto al 2008, preceduta da Sicilia (20° posto), Calabria (che pur attestandosi al 19° posto guadagna due posizioni rispetto al 2008), Puglia (18°) e Basilicata (17°).
Il divario Nord-Sud è evidenziato dall’Indice delle Madri anche nelle tre singole aree di indicatori prese in esame per ciascuna regione: cura, lavoro e servizi per l’infanzia.
La prima area, quella della cura, mostra discreti miglioramenti per tutte le regioni almeno fino al 2012. Le Province autonome di Trento e Bolzano mantengono il loro primato, seguite da Lombardia (3° posto), Piemonte (4°), Emilia-Romagna (5°) e Veneto (6°). La regione con risultati peggiori è la Basilicata, preceduta da Puglia (20° posto), Abruzzo (che crolla al 19° posto rispetto al 14° dell’Indice Generale) e Sardegna (che perde tre punti attestandosi alla 18° posizione). Nell’Indice della Cura la Sicilia e la Campania occupano, rispettivamente, l’11° e il 16° posto.
Le Province autonome di Trento e Bolzano si confermano al primo e al secondo posto anche per quanto riguarda la seconda area (il lavoro femminile). Le seguono la Valle d’Aosta (3° posto), la Lombardia (4°), l’Emilia-Romagna (5°) e il Veneto, che passa dall’8° posto nel 2012 al 6°. La Sicilia fanalino di coda è preceduta da Campania (20° posto), Calabria (19°), Puglia (18°) e Basilicata (17°).
Per quanto riguarda l’area dei servizi educativi per l’infanzia, al primo e secondo posto ci sono, rispettivamente, la Provincia di Trento e la Valle d’Aosta, seguite da Friuli-Venezia Giulia (3° posto), Toscana (4°) e Marche (5°). Il Lazio si attesta all’ultimo posto, preceduto da Sicilia (20° posto), Calabria (19°), Campania (18°) e Basilicata (17°).