"Le equilibriste: la maternità in Italia", rapporto Save the children [1]
Donne che decidono di avere figli in età più avanzata e rinunciano sempre più spesso alla carriera quando si tratta di dover scegliere tra lavoro e impegni familiari. È il ritratto delle madri italiane che emerge dal rapporto di Save the children Le equilibriste: la maternità in Italia [5]. La ricerca include l’Indice delle Madri (elaborato dall’Istat per Save the children), che misura, attraverso 11 indicatori, la condizione delle mamme rispetto alle tre diverse dimensioni della cura, del lavoro e dei servizi.
I dati del rapporto mettono in luce notevoli differenze tra le regioni del Nord, sempre più virtuose a parte poche eccezioni, e quelle del Sud, troppo spesso carenti di servizi e di sostegno alla maternità. In linea di massima, però, l’indagine sottolinea un peggioramento generale dell’Italia per quanto riguarda l’accoglienza dei nuovi nati e il sostegno alle loro mamme.
Al primo e secondo posto ci sono le Province autonome di Bolzano e Trento, seguite da Valle D’Aosta (3° posto), Emilia-Romagna (4°), Friuli-Venezia Giulia (5°) e Piemonte (6°). Bolzano e Trento non solo conservano negli anni il primato, ma registrano miglioramenti. Tra le regioni del Mezzogiorno fanalino di coda della classifica, la Campania risulta peggiore regione “mother friendly” e perde due posizioni rispetto al 2008, preceduta da Sicilia (20° posto), Calabria (che pur attestandosi al 19° posto guadagna due posizioni rispetto al 2008), Puglia (18°) e Basilicata (17°).
Il divario Nord-Sud è evidenziato dall’Indice delle Madri anche nelle tre singole aree di indicatori prese in esame per ciascuna regione: cura, lavoro e servizi per l’infanzia.
La prima area, quella della cura, mostra discreti miglioramenti per tutte le regioni almeno fino al 2012. Le Province autonome di Trento e Bolzano mantengono il loro primato, seguite da Lombardia (3° posto), Piemonte (4°), Emilia-Romagna (5°) e Veneto (6°). La regione con risultati peggiori è la Basilicata, preceduta da Puglia (20° posto), Abruzzo (che crolla al 19° posto rispetto al 14° dell’Indice Generale) e Sardegna (che perde tre punti attestandosi alla 18° posizione). Nell’Indice della Cura la Sicilia e la Campania occupano, rispettivamente, l’11° e il 16° posto.
Le Province autonome di Trento e Bolzano si confermano al primo e al secondo posto anche per quanto riguarda la seconda area (il lavoro femminile). Le seguono la Valle d’Aosta (3° posto), la Lombardia (4°), l’Emilia-Romagna (5°) e il Veneto, che passa dall’8° posto nel 2012 al 6°. La Sicilia fanalino di coda è preceduta da Campania (20° posto), Calabria (19°), Puglia (18°) e Basilicata (17°).
Per quanto riguarda l’area dei servizi educativi per l’infanzia, al primo e secondo posto ci sono, rispettivamente, la Provincia di Trento e la Valle d’Aosta, seguite da Friuli-Venezia Giulia (3° posto), Toscana (4°) e Marche (5°). Il Lazio si attesta all’ultimo posto, preceduto da Sicilia (20° posto), Calabria (19°), Campania (18°) e Basilicata (17°).