Tempi di vita e di lavoro è il tema del percorso di lettura della Rassegna bibliografica 2/2010, curato dalla sociologa Rossana Trifiletti. La docente dell'Università di Firenze parte dal dibattito culturale e politico internazionale che, a partire dagli anni '70, si è concentrato sul tema della conciliazione tra lavoro e famiglia per arrivare all'attuale approccio alla tematica dei tempi.
È una ambito, scrive la Trifiletti (docente di Politiche sociali e Sociologia della famiglia all’Università di Firenze), che, oltre a essere un problema di parità tra i generi, costituisce un fondamentale indicatore della qualità del vivere sociale. La conciliazione, secondo la sociologa fiorentina, non richiede solo iniziative nell'ambito delle politiche del lavoro o delle pari opportunità, ma è attuata, nei paesi che la promuovono, con un approccio trasversale che comprende complesse misure di supporto sociale, di detassazione per le famiglie con figli e per la casa.
Invece in Italia il dibattito sulla conciliazione si è sviluppato abbastanza precocemente (già dalla metà degli anni Settanta) ma è finito relegato solo nell’ambito delle politiche del lavoro e delle pari opportunità. Solo la legge 142/1990 sul riordino delle autonomie locali ha provato, con il coordinamento degli orari dei servizi e degli esercizi commerciali, a dare un connotato organizzativo e urbanistico alla tematica dei tempi. Allo stesso modo, gli studi e le attività di intervento risultano oggi, secondo Trifiletti, disperse in mille rivoli localistici che perdono di vista il quadro generale e le politiche riformatrici a livello nazionale che restano carenti e del tutto separate.
L’autrice passa poi in rassegna il tema della conciliazione nelle politiche dell’Unione europea e gli studi sulla famiglia e il lavoro di cura dell’Ocse, riconducibili, soprattutto, alla qualità dei servizi per l’infanzia. Invece nel nostro paese, osserva ancora, l’idea di conciliazione resta ancora declinata per lo più solo al femminile, restando nella sostanza una questione di donne. Qualche interessante tentativo di introdurre processi di defamilizzazione della protezione sociale (come la legge 8 marzo 2000, n. 53 sui congedi parentali che ha introdotto un modello perequativo del lavoro di cura con la piena titolarità dei padri al congedo parentale), è stato quasi vanificato dal sotto finanziamento. Inoltre, la principale difficoltà dei padri nel richiedere il congedo parentale continua a dipendere prima di tutto dal loro tasso di sostituzione del reddito principale della famiglia.
Il fenomeno della conciliazione è, poi, analizzato attraverso il percorso filmografico – curato da Fabrizio Colamartino e Marco Dalla Gassa – che privilegia la prospettiva della condivisione del tempo libero e del tempo della vacanza, momenti canonici del confronto tra genitori e figli al di fuori delle dinamiche lavorative o scolastiche. Il punto di vista scelto fa emergere una serie di elementi simbolici forti, legati soprattutto alla costruzione del tempo filmico, capaci di evidenziare uno sdoppiamento della rappresentazione cinematografica che, ricalcando la distanza tra i personaggi dei genitori e quelli dei figli, segnala l'irriducibilità della natura infantile e adolescenziale alle logiche adulte.
Il volume propone poi la consueta e corposa rassegna di segnalazioni bibliografiche e una selezione di articoli dalle riviste internazionali.
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