Non si educa senza rischi, se ne parla a Milano

05/10/2010

A Milano il 7 ottobre Chi non rischia, non educa. È il titolo del convegno organizzato dal Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) della Lombardia con lo scopo di stimolare «riflessioni tra adulti per continuare a crescere» sul tema dei rischi connessi al processo educativo.

Il convegno, ospitato nel Centro servizi della Banca popolare di Milano (via Massaua 6) è organizzato con la collaborazione di Caritas Ambrosiana, Centro Studi Hansel e Gretel, Agesci Lombardia, C.N.G.E.I Lombardia, Centro Studi Riccardo Massa, Studio Dedalo e il patrocinio di Comune di Milano e Regione Lombardia. Come si legge nella brochure di presentazione, tutto parte da una riflessione sul ruolo dell'educatore ed è pensato come un «contributo delle e alle culture pedagogica, formativa e organizzativa che hanno il compito di elaborare gli sguardi e gli strumenti necessari per presidiare consapevolmente i luoghi del rischio».

Spiegano infatti gli organizzatori che «l’educazione è un rischio e l’unico modo per evitare di rifuggirla, aspirando a un controllo assoluto quanto impossibile o di smarrirsi nei labirinti della paura, è assumersi sino in fondo questo rischio». L'educazione, infatti, non può partire da dogmi indiscutibili ma non può fare a meno della messa in discussione di chi educa in prima persona.

Il ragionamento parte dalla cronaca che spesso affiora sui mezzi di informazione: «una madre amorevole che uccide i propri figli, il personale qualificato di un asilo nido che maltratta i piccoli di cui deve occuparsi, un’educatrice stimata che seduce il bambino affidatole, un padre irreprensibile che dimentica il figlio sul sedile dell’auto». Si chiedono i promotori del convegno se queste persone «sono mostri, sono streghe cattive totalmente altro da noi come ci piace pensare, oppure ci riguardano più da vicino? Come facciamo a riconoscere nella quotidianità quelle manifestazioni sottili della piccola strega o del piccolo mostro che sono in ciascuno di noi?»

Perciò, in una società basata sull'immagine costruita ad arte, «si moltiplicano stereotipi lontani dalle persone reali» perchè «viene meno il coraggio di scegliere e proporre immagini di sé e stili di vita rispondenti alla nostra persona, soprattutto se in controtendenza».  Ma «chi vuole educare non può non rischiare la propria immagine e non accettare di discutere ciò che è già dato, ciò che appare scontato o indiscutibile: compresa l’educazione stessa che va colta non solo come strumento per affrontare i mosti, ma anche come luogo che talvolta li produce».

Il programma è diviso in due parti. Durante la mattina sono previsti gli interventi di educatori e pedagogisti che affronteranno diversi aspetti legati al rischio educativo. Nel pomeriggio invece si terrà il workshop di approfondimento in tre gruppi di lavoro dedicati a le risposte umane al rischio, il rischio nel lavoro educativo, l'assunzione del rischio nelle organizzazioni.

Il Coordinamento nazionale delle Comunità di Accoglienza Lombardia  riunisce 38 organizzazioni impegnate nei campi della tossicodipendenza, del disagio minorile e familiare, della disabilità con l'obiettivo di costruire “comunità accoglienti” capaci di accompagnare e sostenere le vite soprattutto dei più fragili. (mf)