La legislazione sociale, i servizi e gli interventi sociali per le famiglie: sono questi gli argomenti che hanno aperto la seconda giornata della Conferenza nazionale della famiglia in corso a Milano, dando avvio a un dibattito che è poi proseguito nel lavoro di dieci gruppi, dedicati, ciascuno, a un tema specifico.
Ha inaugurato la sessione mattutina Francesco Tomasone, del Comitato tecnico scientifico dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia, chiarendo, innanzitutto, cosa si debba realmente intendere per “legislazione sociale per la famiglia” e delineando poi il quadro delle fonti normative. A questo proposito Tomasone ha sottolineato «la crescente difficoltà di parlare di legislazione sociale per la famiglia in Italia come se l'ordinamento costituisse un unicum omogeneo». Infatti, ha spiegato, «si è sempre più in presenza di una pluralità di ordinamenti, diversificati sul territorio, che al corpo normativo concernente i settori di competenza statuale, aggiungono le più diversificate forme e tipologie di interventi nelle materie di competenza regionale nonché in quelle proprie degli ordinamenti locali». Fra le criticità individuate dal relatore, che ha definito la legislazione sociale per la famiglia «un personaggio in cerca di regista», «l'assenza, protrattasi a lungo, di una piena consapevolezza nel legislatore dello stesso rilievo innanzitutto costituzionale del “fattore famiglia” e della sua trasversalità rispetto ad una pluralità di politiche settoriali».
Giovanna Rossi, del Comitato tecnico scientifico, si è invece soffermata sul tema Servizi e interventi sociali per le famiglie e con le famiglie lungo il ciclo di vita, introducendo i concetti di benessere e di transizione familiare, termine, quest'ultimo, che fa riferimento ai momenti critici di passaggio della vita familiare, come, ad esempio, la nascita di un bambino o la rottura del nucleo familiare a seguito di divorzio. Rossi ha spiegato che «l'efficacia dei servizi alla famiglia va osservata non come relativa agli interventi presi singolarmente, bensì nel loro intreccio, perché solo se l'intera rete dei servizi sarà in grado di supportare la famiglia in tutte le diverse transizioni, abbandonando logiche settoriali, si potrà dire di aver generato benessere familiare». Dopo aver sottolineato la necessità di valorizzare le reti di famiglie, coinvolgendole attivamente nella progettazione e realizzazione degli interventi e dei servizi, la relatrice ha analizzato la normativa regionale e ha illustrato alcune buone pratiche realizzate in diverse Regioni.
I gruppi di lavoro in sessioni parallele, infine, si sono concentrati sui seguenti temi: Famiglia, diritti sociali e inclusione sociale; Famiglia, accoglienza della vita e servizi consultoriali; Famiglia, reddito e trattamento fiscale; Famiglia e lavoro; Ruolo educativo della famiglia e sistema formativo; Famiglia, immigrazione e società interculturale; Famiglia, affido e adozione; Famiglia e servizi per la prima infanzia; Famiglie con fragilità/disabilità/anziani e servizi; Famiglia, media e nuove tecnologie.
La conferenza - organizzata dal Dipartimento per le politiche per la famiglia con il supporto dell'Osservatorio nazionale sulla famiglia con l'obiettivo di aprire un confronto tra istituzioni, associazioni, imprese e altri soggetti per giungere alla formulazione di un Piano nazionale di politiche per la famiglia – si concluderà domani, con la presentazione della sintesi dei lavori dei gruppi e due tavole rotonde. (bg)