Genitori e figli immigrati

I problemi dell’integrazione
 

Negli ultimi anni, molto cinema europeo (ma qualche esempio si può trovare anche negli Stati Uniti e in Australia), ha cercato di raccontare i conflitti interni alle comunità immigrate che si sono trasferite in Occidente ormai da diversi decenni e che tendono di anno in anno ad aumentare il loro numero, la loro visibilità, la loro influenza culturale e politica nelle società ospitanti. Ormai in ogni stagione cinematografica vengono distribuiti numerosi film in cui si raccontano storie che hanno per protagonisti giovani immigrati di seconda generazione in conflitto con i genitori. Si tratta di titoli che intendono veicolare l’attenzione del pubblico, spesso attraverso i registri linguistici della commedia, verso le questioni delle identità culturali, delle appartenenze, del mescolamento di etnie, culture, religioni. Non a caso quasi sempre gli autori del soggetto, della sceneggiatura o della regia sono, a loro volta, immigrati di seconda generazione, dunque particolarmente sensibili all’argomento. In questi film, a parte alcune eccezioni (Il grido del cuore, Mio figlio il fanatico), gli adolescenti accettano e sperimentano gli stili di vita e le culture occidentali, mentre i genitori sono impegnati a mantenere le tradizioni del paese di origine (non sempre facili da accettare per i più giovani). Su questa falsariga – abbastanza prevedibile per commedie che devono per forza presentare personaggi che hanno atteggiamenti diversi nei confronti di uno stesso problema, in modo da costruire il conflitto su cui si costruisce ogni narrazione – si stagliano una serie di dinamiche sorprendentemente uniformi: i ragazzi tendono a nascondere ai genitori azioni, pensieri, desideri, per evitare il conflitto, per sottrarsi a determinate responsabilità (Jalla! Jalla!, East is East, Un bacio appassionato, Saimir) mentre le ragazze eccellono nei rispettivi campi d’azione per riuscire ad emanciparsi dalla famiglia (e dalle sue regole), come avviene in Sognando Beckham, Terza generazione, Le donne vere hanno le curve. Se i finali spesso privilegiano le fughe, gli addii, le evasioni, i ritorni (Saimir, Samia, Un tocco di zenzero, Pelle alla conquista del mondo, Mississippi Masala, Il grido del cuore), sancendo di fatto l’impossibilità di amalgamare le diverse culture e le diverse età e di recuperare un equilibrio soddisfacente per tutti, gli intrecci di queste pellicole mostrano come le polarità in antagonismo non siano in realtà genitori e figli, ma comunità nazionali/culturali/religiose e suoi membri (giovani) intenzionati a sovvertire leggi, consuetudini, convinzioni cristallizzate nel tempo. Vengono così messi in discussione o osteggiati i matrimoni combinati (Jalla! Jalla!, East is East, Un bacio appassionato), l’inammissibilità delle coppie miste (oltre ai tre film sopra citati segnaliamo anche Mississippi Masala) o delle coppie omosessuali (My Beautiful Laundrette, Sognando Beckham), il fanatismo religioso (Mio figlio il fanatico, anche se qui l’estremismo è del giovane e non dell’adulto), la disuguaglianza di trattamenti tra uomo-donna (Samia), la verginità da salvaguardare prima del matrimonio (Le donne vere hanno le curve). Infine, una sezione dedicata ai bambini e agli adolescenti che nei loro viaggi migratori non hanno al loro fianco una famiglia che li accompagni e che possa difenderli dal confronto spesso conflittuale con la società che li ospita, tanto attraverso l’arroccamento nella propria cultura d’origine quanto permettendo loro di aprirsi al nuovo milieu che li accoglierà.

 

 RAPPORTI GENITORI/FIGLI DI IMMIGRATI - PROTAGONISTI MASCHILI

Film dove il conflitto di identità è tra ragazzi e padri

  • 1. Saimir di Francesco Munzi, Italia, 2004 *
  • 2. Un bacio appassionato di Ken Loach, GB/Germania/Spagna/Italia 2004 *
  • 3. Un tocco di zenzero di Tassos Boulmetis, Grecia/Turchia, 2003 *
  • 4. Jalla! Jalla! di Josef Fares, Svezia, 2000
  • 5. East is East di Damien O’Donnel, Gb, 1999 *
  • 6. Mio figlio il fanatico di Udayan Prasad, Gb, 1997 *
  • 7. Il grido del cuore di Idrissa Ouedraogo, Francia/Burkina Faso, 1993 *
  • 8. Pelle alla conquista del mondo di Bille August, Danimarca, 1988 *
  • 9. My Beautiful Laundrette di Stephen Frears, Gb, 1985 *

 

 RAPPORTI GENITORI/FIGLI DI IMMIGRATI - PROTAGONISTE FEMMINILI

Film dove il conflitto intergenerazionale ha per protagoniste le ragazze

 

 MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI

Film nei quali i protagonisti si ritrovano a fare i conti da soli con la società che li accoglie

  • 19. Welcome di Philippe Lioret, Francia, 2009
  • 20. Cose di questo mondo di Michael Winterbottom, GB, 2002 *
  • 21. Quando sei nato non puoi più nasconderti di Marco Tullio Gordana, Italia/Francia/Gb, 2005
  • 22. Which Way Home di Rebecca Cammisa, USA, 2009
  • 23. Il mondo addosso di Costanza Quatriglio, Italia, 2006
  • 24. Arrivederci di Valeriu Jereghi, Moldova, 2008
  • 25. Ragazzi del Ghana di Alessandro Angelini, Italia, 2000

 

Marco Dalla Gassa