I commenti generali del Comitato Onu sui diritti dell'infanzia si propongono di offrire agli Stati parti della Convenzione sui diritti del fanciullo indicazioni e raccomandazioni per una corretta applicazione dei principi sanciti nel documento internazionale del 1989. Il più recente commento generale, il numero 14 del 29 maggio scorso, riguarda l'interesse superiore del minore, definito nel testo come “un concetto in evoluzione che comprende varie questioni che mutano continuamente”.
Il commento numero 14 del 29 maggio 2013 cerca di garantire l'applicazione e il rispetto di tale principio da parte degli Stati. Il suo principale obiettivo è quello di rafforzare la comprensione e l'attuazione dell'interesse superiore del fanciullo, inteso come diritto che deve avere una considerazione preminente in tutte le decisioni che riguardano i bambini e gli adolescenti.
Il commento numero 14 segue ad altri tre commenti generali pubblicati lo scorso marzo: il numero 15 del 14 marzo, il numero 16 del 15 marzo e il numero 17 del 18 marzo. Il primo riguarda il diritto dei bambini alla salute; il secondo si concentra sugli effetti negativi prodotti sui diritti dei minori sanciti dalla Convenzione da parte delle imprese che svolgono attività economiche-commerciali; il terzo, infine, richiama gli Stati parti della Convenzione sull'importanza del gioco e della ricreazione nella vita dei bambini, attività fondamentali per il loro benessere e la loro salute.
Nel commento numero 15 il Comitato da una parte riconosce che i governi hanno compiuto, dall'adozione della Convenzione, molti progressi nella tutela della salute dei minori, dall'altra evidenzia che c'è ancora molta strada da fare per giungere a una completa attuazione del documento del 1989. Il Comitato si rivolge a tutti i soggetti impegnati nell'assistenza dei bambini e degli adolescenti, sia pubblici che privati.
Il commento numero 16 indica gli obblighi a cui gli Stati devono adempiere e le misure che gli stessi sono tenuti ad adottare per assicurare il rispetto dei diritti sanciti dalla Convenzione sul loro territorio, anche quando le attività economiche non sono gestite direttamente da loro ma sono esercitate da privati o da grandi società nazionali e internazionali.
Nel commento numero 17 il Comitato osserva come la mancanza di investimenti nel gioco e nelle attività ricreative dimostri la scarsa attenzione dedicata al tema da parte degli Stati e chiede loro di impegnarsi di più in questo settore. (bg)
(Crediti foto)
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general_comment_16_2013.pdf | 206.83 KB |
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